Al seguito dei gemellati

La rubrica targata Sampdorianews.net dedicata al punto settimanale sulle squadre, le cui tifoserie sono gemellate con quella Sampdoriana, attraverso resoconti, notizie, calciomercato, dichiarazioni e approfondimenti.
22.10.2014 14:00 di  Andrea Colucci   vedi letture
Al seguito dei gemellati
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

Hellas Verona: Verona – Milan 1-3

Un Verona troppo impreciso e intimorito per essere quello vero, alla fine viene punito inesorabilmente dal Milan. La squadra rossonera disputa una partita concreta e cinica espugnando il “Bentegodi” che per l’occasione ha registrato il tutto esaurito. La formazione di Mandorlini ha diverse colpe, visto che nel primo tempo l’ansia e la frenesia di arrivare dalle parti di Abbiati porta i gialloblù a commettere diversi errori in fase di disimpegno. Il Milan parte a ritmi piuttosto blandi, prevale nel possesso palla ma la fa girare lentamente, cercando qualche imbucata qua e là. Eppure nulla: quel pallone sembra scottare fra i piedi dei veronesi, che infatti combinano un errore dietro l’altro nei disimpegni nella propria metà campo. A volte anche al limite dell’area. Capito l’andazzo, il Milan ovviamente prende coraggio e capisce che può iniziare a martellare. Soprattutto a destra, dove la catena Jankovic-Hallfredsson-Agostini in copertura soffre e non poco. Le colpe maggiori sono della mezzala islandese, che finisce con l’accentrarsi tutte le volte. Tradotto: Abate e Honda pascolano e scorrazzano liberi, sovrapponendosi e incrociandosi da perfetto manuale del calcio, anche in virtù della scarsa opposizione veneta. Che il Verona sia svagato e preoccupato allo stesso tempo, è ben chiaro sul primo gol: cross innocuo di Abate (che scatta in posizione sospetta di fuorigioco) e Marques, che non è pressato e avrebbe tutto il tempo di ragionare, decide di liberare l’area, infilando invece la propria porta con una svirgolata che a riprovarci altre cento volte non esce più. Proprio mentre i veneti provano a riorganizzarsi (al 25’ un rasoterra di Hallfredsson sibila a pochi centimetri dal palo di Abbiati), il Milan colpisce di nuovo: Verona scoperto, El Shaarawy da sinistra suggerisce verso il centro, Torres si porta via l’uomo e Honda, in completa solitudine, buca Rafael di piattone sinistro. I rossoneri completano l’ottima amministrazione del primo tempo con due super parate di Abbiati, una su Toni e l’altra su Jankovic. La ripresa non fa nemmeno in tempo a entrare nel vivo che la partita è praticamente chiusa. Sul banco degli imputati sale di nuovo la fase difensiva veronese, se pensiamo che l’assist per Honda lo confeziona Rami, un difensore centrale, poco prima della metà campo. Il giapponese ringrazia, si invola senza molte difficoltà verso Rafael e lo beffa con un tocco felpato di sinistro. Al Bentegodi cala lo sconforto e la partita piano piano si spegne col passare dei minuti. Il sussulto che potrebbe rinvigorirla è un cross che percorre tutta l’area rossonera e su cui Toni manca del tutto l’impatto, mentre il gol della bandiera arriva con Nico Lopez a tre minuti dal novantesimo. Ma così è davvero troppo tardi e in pieno recupero viene anche espulso Rafa Marquez. Ecco le parole di mandolini al termine del match raccolte dai micrfoni di Rai Sport: "È una partita strana da raccontare - spiega il tecnico scaligero -. E' nata male, con quell'autogol (di Marques, ndr) e due reti prese in contropiede. Non meritavamo un risultato così, di solito è nelle nostre corde tenerla in piedi sino alla fine, oggi non è andata così". Luca Toni è rimasto ancora a secco: "È un momento così, fa un po' fatica a trovare il gol ma crea tante situazioni da rete. Oggi è anche stato sfortunato ed ha trovato un Abbiati davvero bravo: deve avere pazienza, ritornerà al gol. L'unico rammarico di oggi, però, è non averla potuto giocare sino alla fine. Sarà per un'altra volta".

Parma: Atalanta – Parma 1-0

Il Parma non riesce a invertire la rotta negativa e sull’ultimo assalto dei nerazzurri, quando su Bergamo aleggiava ormai concretissimo l’incubo di un’altra partita in casa senza segnare, ecco la svolta: a meno di mezzo minuto dal 90' Cigarini, da subito uno dei più concreti della squadra di Colantuono, ha provato il tiro dalla distanza su cui Mirante ha scelto una respinta non di pugno, dunque sbagliata. Il primo ad arrivarci è stato Boakye, entrato da meno di un quarto d’ora e Colantuono ha potuto tirare un sospiro di sollievo dopo una partita che sembrava stregata.  Donadoni, invece, ha ben pochi motivi per respirare: anzitutto per la classifica, visto che da ieri il Parma, alla quarta sconfitta consecutiva, è solissimo in coda, ma anche per una prova appena sufficiente nel primo tempo e totalmente deludente nella ripresa, passata solo a cercare di portare a casa un punto che forse sarebbe servito solo a livello psicologico. E per non farsi contestare dai propri tifosi, che erano arrivati a Bergamo srotolando uno striscione ("In trasferta non potevamo mancare: ora vinci e poi tutti a spalare") e alla fine hanno voluto un incontro sotto la curva con una delegazione di giocatori, ai quali hanno ricordato il loro attaccamento alla squadra nonostante i problemi creati dall’alluvione e hanno chiesto di tirare fuori gli attributi. Donadoni è tornato nella "sua" Bergamo con non pochi problemi, al di là di una lunghissimo elenco di assenti: tre sconfitte consecutive e la peggior difesa del campionato, con 16 gol già incassati. La novità è stato il ritorno al 3-5-2, che nel primo tempo ha tamponato in qualche modo il fortissimo inizio dell’Atalanta sulle fasce (Zappacosta e D’Alessandro a destra, Dramé e Moralez a sinistra), ma nella ripresa, in coincidenza con il netto calo di Cassano, si è confermato di un’inconsistenza offensiva allarmante. Sportiello non si è neanche dovuto sporcare i guanti, che invece proprio in extremis hanno tradito Mirante. Il presidente del Parma Tommaso Ghirardi analizza il difficile momento dei suoi, che chiudono in solitaria la classifica di Serie A: "Abbiamo raggiunto il fondo, dobbiamo dimenticarci il campionato dell'anno scorso e le disgrazie burocratiche estive. Sono stato un buon profeta. Siamo uomini però, dobbiamo guardare avanti". Agli emiliani pesano le assenze di pedine importanti: "Ci mancano 3 titolari: Biabiany, Paletta e Cassani. Ho sentito questa mattina lo staff medico per Biabiany, pare possa tornare in campo a breve. Sembra che il riposo gli abbia fatto bene, non aveva mai manifestato queste problematiche".

Ternana:  Ternana – Livorno 0-4

Una débâcle  totale, senza nulla da salvare. La Ternana perde malamente al ‘Liberati’ per 0-4 con il Livorno e vede il proprio digiuno casalingo allungato a cinque partite nel torneo cadetto: difesa rossoverde in tilt e cinismo dei labronici permettono agli amaranto di portarsi a casa l’intera posta in palio. Per le ‘Fere’ è la peggior sconfitta interna in Serie B dallo 0-3 con il Cesena del settembre 2005. Prima dell’inizio del match un gruppo di ragazzi è entrato in campo con uno striscione per l’Ast che recitava: ‘Noi con voi, un’unica squadra, Ast nel cuore’. Applausi e solidarietà anche dei tifosi livornesi che, a loro volta, hanno esposto uno striscione a favore dei lavoratori. L’undici di Tesser è entrato sul terreno di gioco con i caschetti, indossandoli prima del fischio d’inizio. Passando ad analizzare il match, quando preme sull’acceleratore il Livorno riesce facilmente a creare grattacapi alla difesa rossoverde, mal posizionata in diverse circostanze. A beneficiarne è Cutolo: colpo di testa su assist di Moscati dalla destra nel gol d’apertura, conclusione precisa in area sei minuti dopo su un servizio di Siligardi. Tanti e continui i problemi della Ternana sul proprio out sinistro. Male l’intero reparto arretrato, con e senza palla. Le ‘Fere’ provano A rimettersi in carreggiata nel secondo tempo, con Tesser che opera subito un cambio facendo entrare Bastrini in luogo di Ferronetti: pronti via e Avenatti ha sul sinistro la chance per accorciare le distanze, ma la palla termina sul fondo. Difesa alta Rossoverde e contropiede amaranto mettono fine alle residue speranze di recupero: filtrante centrale di Cutolo per Vantaggiato che, entrato in area, batte in diagonale Brignoli per lo 0-3. Retroguardia rossoverde in affanno costante e il Livorno ne approfitta per realizzare la quarta marcatura: doppietta anche per Vantaggiato che, solo davanti a Brignoli, non ha difficoltà nell’infilare l’estremo difensore rossoverde. Termina così, venerdì al ‘Liberati’ arriva il Trapani. Per scacciare l’ormai ‘incubo Liberati’. Ecco i commenti di Attilio Tesser dopo il pesantissimo 0-4 subito dalla Ternana contro il Livorno, raccolti da Radio Galileo: "E' andata come nessuno sperava, oggi è stata la prima giornata no del campionato. Abbiamo preso più gol oggi che in tutto l'avvio di stagione, male noi e loro in grande forma. Ci hanno punito sulle prime due azioni con dei contropiedi micidiali, i loro attaccanti sono forti e cinici. Errori nostri, ma anche bravura loro. Ferronetti l'ho fatto giocare nonostante non stesse bene, è stato più in difficoltà di quanto mi aspettassi. Anche noi abbiamo avuto qualche occasione, sul 2-0 in particolare, peccato non averle sfruttate. Abbiamo sfruttato male i cross, creando poche occasioni. Cosa non ha funzionato oggi? Siamo stati davvero troppo lunghi, Vitale a sinistra nel primo tempo non ha mai spinto: senza ritmo non puoi creare le sovrapposizioni giuste, sopratutto se ci sono 30 gradi. Al primo contropiede, nel secondo tempo, abbiamo preso il terzo gol e lì è finita: dispiace tantissimo. Dobbiamo guardare subito a venerdì, arriva il Trapani: non dobbiamo abbatterci e dobbiamo tutti aver voglia di correggerci. Crecco per Eramo? Era un dubbio della vigilia e Mirko era un po' in difficoltà in fase difensiva. Crecco è un ottimo giocatore, ma oggi ha sbagliato un po' troppo. Lo stop di 14 giorni? Non abbiamo alibi, per la prestazione tecnico-tattica mostrata oggi. Domani analizzeremo i perché di questa brutta sconfitta. Chiedo scusa a nome di tutti ai tifosi e lavoreremo per venerdì".

Bari: Bari – Avellino 4-2

Successo pesante del Bari al San Nicola: la squadra di Mangia si è imposta per 4 reti a 2 sull'Avellino. Doppietta per Ciccio Caputo e gloria per Romizi e Sabelli, quest'ultimo al primo gol in biancorosso. Per gli ospiti reti di Comi (in gol contro il Bari anche in Coppa Italia) e del 'solito' Castaldo.  I galletti, al secondo successo consecutivo dopo la vittoria di Catania, raggiungono in classifica proprio l'Avellino, portandosi a quota 15. Il match inizia con l'Avellino che prova a mettere sotto pressione la difesa barese. Gli irpini vogliosi di imporre il proprio gioco, devono rivedere i piani all'8' minuto, quando Romizi con un gran tiro dalla distanza s'inventa l'1-0. La conclusione velenosa inganna Gomis e regala il vantaggio alla squadra di Mangia. L'Avellino prova a replicare immediatamente con un tiro di Koné, ma Donnarumma è bravo a deviare in angolo. Passano poco meno di cinque minuti e il Bari trova il raddoppio: Romizi apre a destra per Sciaudone che con un traversone basso dal fondo trova l'accorrente Caputo! Terribile uno-due del Bari. L'Avellino vacilla, e rischia di capitolare definitivamente al 22' quando Romizi, in giornata di grazia, scaglia un destro a volo da fuori area sfiorando il 3-0. Gli irpini, però inaspettatamente riaprono la partita al 26': Castaldo da posizione defilata trova Comi che con un colpo di testa sotto misura batte Donnarumma.  In avvio di ripresa il Bari parte fortissimo: prima Caputo va vicino al gol con un colpo di testa parato da Gomis, poi Sabelli realizza il suo primo gol in biancorosso, sfruttando al meglio un inserimento in area. I biancorossi vanno addirittura vicinissimi al 4-1, ma Defendi spreca calciando addosso a Gomis. L'Avellino si scuote con un colpo di testa di Comi, sventato da Donnarumma e al 69' trova la rete con Castaldo che di testa brucia i centrali biancorossi e firma il 3-2. Le squadre sono lunghissime, e il neo-entrato Galano prova ad approfittarne in contropiede, il suo tiro però finisce a lato di pochissimo. Sul successivo ribaltamento di fronte è Soumare ad impegnare Donnarumma, bravo a rifugiarsi in angolo. Nei minuti di recupero Fabbri assegna un rigore generoso al Bari per un presunto contatto su Sciaudone. Sul dischetto va Ciccio Caputo che spiazza Gomis e firma la sua doppietta personale, decretando di fatto la fine della partita e facendo partire la festa per gli oltre venticinquemila supporters baresi (record stagionale) accorsi al “San Nicola”. Ecco le parole raccolte da tuttobari.com del capitano biancorosso Ciccio Caputo vero protagonista del match contro gli irpini: "Sono molto contento, non solo per la mia prestazione ma anche per i tre punti - spiega - Segnare per un attaccante è molto importante ma conta ancor di più vincere. Siamo in un buon momento di forma, andiamo avanti su questa strada. Sapevamo che quella di oggi era una gara difficile. L'Avellino è una squadra tosta, ha fatto 15 punti in campionato e ci ha messo in difficoltà con quelle palle lunghe verso i loro attaccanti. Noi avevamo preparato la partita nei minimi dettagli. I loro due gol? Purtroppo a volte possono capitare delle ingenuità". Grande gioia anche nelle parole di Gianluca Paparesta, con il presidente del club pugliese che pone l'accento su quei 25mila spettatori che costituiscono il nuovo record di presenze del campionato cadetto. "Grande Bari, grande partita e grande pubblico. Abbiamo dimostrato a parecchie persone che questa piazza è degna di giocare la domenica pomeriggio - ha dichiarato - Questo pubblico ci rende orgogliosi di essere baresi. Voglio ricordare a tutti che c'erano tantissimi bambini delle scuole calcio e che in questa giornata, nonostante i timori della vigilia per quanto accaduto nel match di Coppa Italia, non c'è stato alcun problema di ordine pubblico. Merito di una capillare organizzazione e ovviamente anche delle forze dell'ordine a cui va il mio ringraziamento". 

Olympique Marsiglia: OM – Tolosa 2-0

Il Marsiglia del ‘Loco’ Bielsa continua a vincere. Al ‘Velodrome’ è stato sconfitto per 2 a 0 il Tolosa, e così una delle squadre più tifate di Francia ha vinto l’ottavo match consecutivo. I fasti dell’epoca d’oro dell’OM sembrano tornati all’improvviso. Bielsa, che nelle prime due partite aveva ottenuto un solo punto, con questa incredibile serie di vittorie ha già fatto il vuoto. Alle spalle del Marsiglia ci sono il Paris Saint Germain e il Bordeaux, che hanno già sette punti di ritardo. La partita con il Tolosa il Marsiglia l’ha chiusa rapidamente. Perché al 22’ con un colpo di testa il camerunese Nicolas N’Kolou, già obiettivo di mercato di Roma, Napoli e Milan, supera il portiere avversario e spiana la strada alla sua squadra che pochi minuti dopo trova il raddoppio con André Pierre Gignac, rigenerato da Bielsa. L’attaccante, che ha il contratto in scadenza a giugno, nelle prime dieci giornate di Ligue 1 ha realizzato dieci gol. Gignac ha sfruttato un assist di Mendy, che ha fatto seguito ad una fantastica combinazione a centrocampo tra Imbula e Payet. Nella ripresa ancora Gignac ha due grandi chance che non riesce a sfruttare. Per finire una nota di colore: Bielsa, amatissimo dai suoi tifosi perché fa giocare benissimo le sue squadre, perché è uno che non ha peli sulle lingua e perché sta guidando in modo meraviglioso il Marsiglia, nel secondo tempo del match con il Tolosa è stato protagonista di un episodio curiosissimo. Il ‘Loco’, che ha l’abitudine di sedersi su una ghiacciaia posta davanti alla panchina, sedendosi non ha visto un bicchierino di caffè che il suo assistente gli aveva messo sulla ghiacciaia e quando si è seduto su di essa la frittata è stata fatta. Bielsa inviperito si è alzato e si è arrabbiato. Le immagini hanno fatto il giro del mondo. In esclusiva ai microfoni di Tuttomercatoweb.com, l’ex giocatore dell’Olympique ha parlato del momento ultra-positivo dei ragazzi sapientemente guidati dal tecnico cileno Bielsa: “Ha portato mentalità, grinta, combattività, cattiveria, nei giocatori e nel pubblico. Ha portato tante, tante cose positive. L'OM è una grande squadra ed ha il vantaggio di non giocare la Champions. C'è poi una grande cosa: ha gli stessi giocatori dello scorso anno ma in loro ha infuso una nuova mentalità. E' fantastico quel che sta facendo, inoltre giocano benissimo e sono belli da vedere". Tra le stelle anche suo figlio Andrè Ayew, il cui contratto scade in estate: “Sì, è vero, ma adesso pensa a giocare ed a vincere con l'OM. Poi aspettiamo, anche le mosse del presidente: ci sono possibilità sia in Inghilterra che in Italia, ma aspettiamo. Non ci sono preferenze. Certo, in Italia ci sono grandi squadre, come Inter, Milan, Napoli, Juventus, ma non ancora contatti".

Fc Porto: Porto – Sporting Lisbona 1-3 (3° t. Coppa di Portogallo); Porto - Athletic Bilbao 2-1 (Champ. League)

Quando si affrontano Porto e Sporting, la partita non è mai banale, neppure se fosse un’amichevole. Se poi c’è in palio la qualificazione ad un turno della coppa nazionale, la questione è seria. Maledettamente seria. Lo testimoniano le squadre messe in campo da Lopetegui e Marco Silva, rispettivamente tecnico dei Dragoni e dei Leoni, nel match che vedeva opposte le due formazioni per il terzo turno della Coppa del Portogallo: entrambi, nonostante l’imminente impegno di Champions, rinunciano a pochi titolari e schierano sul rettangolo verde l’artiglieria pesante, quella in grado di incidere durante i novanta minuti. L’importanza del match, inoltre, è documentata dallo splendido colpo d’occhio del do Dragao, gremito in ogni ordine di posto e pronto a sostenere incessantemente la formazione di casa. Sin dalle prime battute, però, è lo Sporting a rendersi maggiormente pericoloso. Dopo pochi minuti dal fischio d’inizio, Nani lascia partire un destro che si stampa sul palo a Andres Fernandez battuto. La risposta dei locali è immediata, ma il tiro di Adrian – servito splendidamente da Quintero – esce di un non nulla. Dopo un avvio elettrizzante, la gara cala d’intensità, con le due squadre più concentrate alla corretta applicazione della fase difensiva rispetto a quella offensiva. In un momento di stanca del match, lo Sporting riesce a passare in vantaggio grazie a Marcano che, nel tentativo di anticipare un attaccante avversario, insacca nella propria porta un cross dalla sinistra di Jonathan Silva. Il Porto non ci sta e pareggia i conti, quattro minuti più tardi, con Jackson Martinez, bravo a superare Rui Patricio con un delizioso tocco sotto e abile nel capitalizzare al meglio un delizioso assist di Quintero. Fioccano le emozioni al do Dragao, come testimonia l’euforia del pubblico sugli spalti. Euforia, però, che scema all’improvviso dopo altri quattro giri di lancette: Maicon controlla male un pallone nei pressi del calcio d’angolo stazionato sul lato destro del campo e, di fatto, lo regala a Montero, che serve con un colpo di testa l’accorrente Nani, bravissimo a fulminare Andres Fernandez con una bella botta dal limite dell’area di rigore. Il Porto dei primi quarantacinque minuti non ha convinto appieno Lopetegui, che nell’intervallo opta per un doppio cambio: fuori Casemiro e Torres, dentro Neves e Tello. Avvio a spron battuto dei padroni di casa, che al settimo minuto ottengono un calcio di rigore per un fallo di Mauricio ai danni di Jackson Martinez: dal dischetto si presenta lo stesso attaccante colombiano, ma Rui Patricio è bravissimo a respingere il tiro e a mantenere in vantaggio di una rete la propria squadra. Il Porto fatica  reagire, anzi ad essere maggiormente pericolosi, invece, sono proprio gli ospiti, molto insidiosi quando ripartano velocemente in contropiede. Ed è proprio da una ficcante ripartenza che lo Sporting trova la terza rete con Carillo, che corregge in rete una conclusione di Slimani strozzata dall’intervento di un difensore locale. Al triplice fischio finale, esplode la gioia della squadra biancoverde, mentre cala il sipario sui biancoblù di Lopetegui.

Nemmeno il tempo di digerire la sconfitta nella Coppa nazionale che il Porto è tornato in campo nella serata di ieri per il terzo turno del girone H della Champions League. Al "Dragao" è arrivato l'Athletic Bilbao ultimo nel girone ed alla ricerca disperata di punti. Il Porto parte forte e cerca di sbloccare immediatamente la partita, ma la più grande occasione capita agli ospiti sui piedi di Iturraspe che colpisce il palo con un gran tiro dalla distanza. A sbloccare il risultato a favore dei lusitani ci pensa il messicano Herrera al 45' su assist di Quintero, ex Pescara. Nella ripresa partono meglio i baschi che vanno vicinissimi al pari con Guillermo e lo trovano con lo stesso giocatore (58'), bravissimo a saltare nello stretto Maicon e a battere il portiere. L'Athletic ci crede e attacca, ma viene punito dall'ex interista Quaresma (74') che è bravo a preparare il tiro con un bello slalom al limite dell'area e fortunato nel trovare impreparato Iraizoz. Julen Lopetegui ha esternato la propria soddisfazione in conferenza stampa dopo il 2-1 con cui il Porto ha regolato l'Ahtletic e messo una seria ipoteca sul passaggio agli ottavi di Champions (primi nel girone con 7 punti, segue lo Shakthar con 5). Decisivo Quaresma, entrato in campo nella ripresa. "Lui è importante per la squadra e per tutto il club. E' entrato in campo con decisione, intensità. Stiamo lavorando bene e siamo felici per la vittoria. Ricardo ha dato freschezza alla squadra". Il tecnico lusitano ha poi continuato: "Non è ancora deciso nulla, siamo solo a metà del girone. L'Athletic ha un ottimo allenatore e tanti bravi giocatori, credo che presto dimostrerà il suo valore. Noi? Ormai non esistono vittorie senza soffrire. Abbiamo giocato bene, con brillantezza per larghi tratti e forse nel primo tempo avremmo meritato un risultato più ampio. Direi che la vittoria sia stata giusta. Il nostro modo di giocare ci offre opzioni importanti in attacco, ma può portare anche a qualche rischio".