Perchè ci lega un filo..., Giorgio Ravaschio: "La Sampdoria rappresenta un'occasione per riunire la famiglia e un modo per rimanere legati a Genova"

25.10.2014 20:12 di Gaia Pelosi   vedi letture
Perchè ci lega un filo..., Giorgio Ravaschio: "La Sampdoria rappresenta un'occasione per riunire la famiglia e un modo per rimanere legati a Genova"

Sarà un piacere ricontattarti per intervistarti, toccare con mano il tuo amore verso la Sampdoria, farci conoscere, rendere pubblica la tua storia, ricordare insieme innumerevoli aspetti e mille sfaccettature racchiuse nella vita di un vero tifoso. Andremo a condividere un qualcosa di unico, meraviglioso, il perchè ci lega un filo che mi porta dritto a lei...

Sampdorianews.net ha avuto il piacere di parlare con Giorgio Ravaschio, classe 1934, genovese trapiantato in Piemonte, ma con una passione indistruttibile per i colori blucerchiati, dei quali, con i suoi 68 anni di "sampdorianità, può considerarsi una vera e propria memoria storica:

Lei la Sampdoria l'ha vista nascere: "Proprio così, avevo 12 anni. Mio fratello maggiore, che già simpatizzava Sampierdanerese, mi accompagnava allo stadio. Scelsi la Sampdoria nonostante abitassi in un quartiere di Genova, Albaro, roccaforte del tifo genoano"

Come si viveva in quegli anni la rivalità con l'altra squadra di Genova: "Vi racconto un episodio. Era il derby di andata del 1956, io andai a vederlo con degli amici tifosi del Genoa, nel settore che all'epoca rappresentava la gradinata Nord. Io indossavo la cravatta blucerchiata, qualcuno mi guardava storto, ma niente di più; la Sampdoria andò sotto per due reti e non resistendo agli sfottò e alle occhiatacce decisi di togliere la cravatta. La Samp accorciò le distanze e pareggiò e a quel punto me la rimisi al collo tutto pimpante, sul 3-2 che sanciva la vittoria blucerchiata, ricordo solo che cominciai a festeggiare e a sventolarla come un matto. Ora una cosa del genere sicuramente non si potrebbe fare. La rivalità cittadina c'era, ma non era mai esasperata"

Lo stadio è stato anche teatro di un incontro molto importante per lei: "Premettendo che all'epoca non esistevano le televisioni, la domenica era costume e consuetudine recarsi allo stadio qualunque squadra giocasse. Era il 1965 e la partita era Genoa-Fiorentina: vidi questa questa ragazza che al goal rossoblu non esultava e mi avvicinai convinto fosse una tifosa viola. Lei tirò fuori la tessera della Sampdoria per mostrarmi quale fosse la sua vera fede calcistica, quella ragazza diventò ed è tutt'ora mia moglie"

Quindi si può dire che la Sampdoria sia una passione di famiglia?: "Assolutamente sì. Io e mia moglie Angela l'abbiamo trasmessa ai nostri figli Vanessa e Klaus. Ancora oggi siamo tutti abbonati in tribuna e quando la Samp gioca in casa non ci sono impegni che tengano: ci riuniamo tutti e partiamo alla volta del "Luigi Ferraris". Io ho 80 anni tondi tondi eppure prendo la macchina e mi faccio 150 km per andare e 150 km per tornare, la fatica e l'età non si sentono se si fa qualcosa che si ama! La Samp è una vera e propria tradizione di famiglia, un modo per ritrovarci sempre e nel corso degli anni ha rappresentato anche una maniera per rimanere legati a Genova e alle nostre radici.

Lei vive a Bra, nel Cuneese, come è stato vivere da tifoso blucerchiato fuori dai confini liguri? "Ho riscontrato che la Sampdoria è una squadra che intercetta la simpatia di molti, anche tifosi di altre compagini. Mia moglie esce abitualmente con la pashmina della Sampdoria; quello con la squadra del cuore del cuore è un legame che non si perde mai, le distanze non contano"

Da veterano del tifo, come crede sia cambiato il calcio nel corso degli anni?: "Ora tutto gira intorno agli interessi economici, c'è stata un'involuzione di valori e cultura sportiva. Prima ogni squadra aveva una bandiera, molti giocatori erano legati davvero alla maglia. Ricordo anche che quando un calciatore simulava o poco sportivamente perdeva tempo fingendo fantomatici infortuni, arbitri come Lobello lo lasciavano fuori per 5 minuti. Podestà, terzino blucerchiato degli anni '50, una volta giocò con un braccio rotto pur di rimanere in campo e non era inconsueto che succedessero fatti di questo genere. Purtroppo le cose sono piano piano cambiate sotto numerosi aspetti"

Ha un ricordo al quale è particolarmente legato?: "La Sampdoria mi ha regalato tantissime emozioni durante la mia vita. Ho tutt'ora una lettera conservata, che tengo come un cimelio, del grande Paolo Mantovani. Quando per questioni televisive iniziarono a far giocare le squadre in qualsiasi giorno della settimana, scrissi al Presidente, lamentando che, particolarmente per i tifosi che abitavano lontano da Genova, questo era un problema che creava molte difficoltà. Mantovani, con la grande signorilità che lo contraddistingueva, mi rispose con una lettera scritta adirittura di proprio pugno asserendo che, purtroppo, se il calcio voleva vivere, ci si doveva rassegnare. In verità, non credo ne fosse convinto nemmeno lui. Uomini del suo calibro, probabilmente oggi mancano nel mondo del calcio"

E' proprio vero: si può cambiare tutto nella vita, tranne che la squadra di calcio. Dalla prima volta, dal primo incontro la Sampdoria ci ha conquistati, abbiamo subito capito di tifare una squadra unica, di essere unici in quanto fortunati a seguire un amore, una passione, una maglia, talmente meravigliosi da lasciarci a bocca aperta.

Da quanti anni segui la Sampdoria? Quante pazzie hai fatto per Lei? Hai perso il conto delle trasferte per l'Italia e in giro per l'Europa? Sei abbonato al “Ferraris” da una vita? Vivi lontano da Genova ma sei sempre stato disposto a tutto pur di vederla scendere in campo? Quante amicizie sono nate grazie alle partite della nostra amata?

Avresti una storia da Sampdoriano da raccontarci, un numero incalcolabile di ricordi, momenti vissuti sugli spalti al fianco del tuo partner, della tua compagna, dei tuoi figli, dei nipotini mentre la Sampdoria era in campo e onorava la maglia della quale ci siamo innamorati? Il tuo incondizionato amore verso i colori blucerchiati ti ha spinto a creare un gruppo su Facebook o un forum nel quale hai dato spazio ad una passione infinita?

Sampdorianews.net, tra le numerose novità della stagione, ha deciso di dedicare ampio spazio alle persone che hanno una storia da Sampdoriano da raccontarci, tra ricordi, foto in occasione di un'intervista da pubblicare sul nostro portale. Il tuo amore non conosce limiti, la tua fede è indistruttibile, niente e nessuno potrà mai soffocare una passione che ti accompagnerà per tutta la vita.

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