Okaka: "Molta gente pensava che a 22 anni io fossi un giocatore finito"

24.04.2014 21:43 di  Serena Timossi   vedi letture
Okaka: "Molta gente pensava che a 22 anni io fossi un giocatore finito"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'attaccante blucerchiato Stefano Okaka è intervenuto telefonicamente nel corso della trasmissione “Forever Samp”, in onda su Telenord.

Sulla prodezza di Catania: “E' stato un gran goal, sono partito, ho saltato il primo uomo e avevo già in testa delle idee che sono riuscito a concretizzare”.

Sulle sue potenzialità: “Delle mie potenzialità sono sempre stato consapevole. In alcune situazioni mi è riuscito di dimostrarle, in altre no, ma nella carriera di un calciatore ci sono momenti positivi e negativi. Molta gente pensava che a 22 anni io fossi un giocatore finito, mentre quell'età per tanti giocatori è l'inizio della carriera”.

Sulla proposta della Nazionale nigeriana: “Sono contento, non so ancora cosa fare, devo decidere in questi giorni. Crescendo il mio attaccamento alla terra dei miei genitori è diventato maggiore, ma l'Italia è il paese in cui sono nato e cresciuto. Non è una scelta facile, ma la prenderò con serenità. Sarebbe una soddisfazione per me e soprattutto per la mia famiglia, che viene da lì”.

Sul legame con la sorella: “Amo la mia sorellina, siamo gemelli e abbiamo attraversato anche dei periodi difficili, lei ha avuto dei problemi fisici. E' una persona fondamentale nella mia vita”.

Sulla titolarità: “Un giocatore può partire dalla tribuna, dalla panchina o da titolare, ma penso che le partite da giocare le definisca il campo. E' sempre il campo che parla”.

Sul suo passato calcistico: “Sono sempre stato concentrato su me stesso e proprio i momenti che ho attraversato hanno formato il mio carattere attuale, non mi smuove nulla. Sto dimostrando di poter essere un grande giocatore. In passato di errori ne ho sicuramente commessi tantissimi, ero giovane e magari non ero abbastanza maturo per arrivare a certi livelli. Ci sono state tante cose, liti, discussioni, sulla mia strada che mi hanno fatto commettere errori. In Italia tantissimi talenti vengono sprecati perché fanno bene nelle squadre piccole e poi faticano nelle grandi, a me è successo il contrario, sono partito da una grande squadra. Cerci a Roma era considerato un giocatore scarso, ma è andato a Torino e ha dimostrato di essere un fenomeno”.

Sull'esultanza di Icardi: “Non ci sono parole. In campo non possiamo fare più di tanto, ci sono gli arbitri e sfiorandolo si rischiavano anche 4-5 giornate. Io penso che nella vita tutto torni”.