ESCLUSIVA SN - 1946, Sessarego: "L'estate dei Carbonari e i talenti di Roberto Vieri"

26.11.2014 19:46 di  Lidia Vivaldi   vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Sessarego: "L'estate dei Carbonari e i talenti di Roberto Vieri"
© foto di Sampdorianews.net

La storia blucerchiata raccontata attraverso gli aneddoti, gli episodi, e i ricordi di chi l'ha vissuta è ciò che vi proponiamo attraverso la rubrica "1946".

Per la puntata di oggi Sampdorianews.net ha avuto il piacere di scambiare qualche parola con il noto giornalista Piero Sessarego, che ha scelto di raccontarci la stagione degli anni Sessanta, quando la giovane Sampdoria affrontava le prime vere prove nel suo percorso verso la maturità.

"Vi racconto di Roberto Vieri, padre di Christian detto “Bobo”, avuto dalla moglie australiana, e dell’”estate dei Carbonari” del 1966. Roberto però era totalmente diverso dal figlio, l’unico tratto in comune era la grande passione per le donne e per il divertimento nei locali.

Nel 1965 avevo ventinove anni, avevo appena dato il nome Roberta a mia figlia in onore di Peppino di Capri, ed ero cronista per Tuttosport. Il Presidente blucerchiato era Glauco Lolli Ghetti, il quale però cedette la società a De Franceschini dopo che la Sampdoria fu scagionata dallo scandalo Catania. Il nuovo Presidente sul campo non fu fortunato, poiché festeggiò il ventennale della Samp con una retrocessione al termine della stagione 1965-’66, nonostante l’avvicendamento in panchina di Fulvio Bernardini, che andò ad affiancare Baldini dopo la pesante sconfitta per 5-0 a Firenze del 24 ottobre. Fui io stesso a definire Bernardini “il Profeta del calcio”, soprannome che entrò poi nell’uso comune, e il nuovo allenatore portò con sé anche il fidato preparatore atletico Bernicchi.

A campionato concluso la Sampdoria andò incontro a quella che venne chiamata l’”estate dei Carbonari”: la sede fu spostata nello storico appartamento di via XX Settembre 33, ed anche io in qualità di giornalista fui coinvolto al fine di creare clamore e interesse attorno alle assemblee nella sede degli industriali cittadini. Le votazioni per il nuovo consiglio di amministrazione portarono all’elezione di Salatti come nuovo Presidente, e di Sanguinetti come suo vice. Fu creata una nuova S.p.A., il gruppo dei Fedelissimi muoveva i suoi primi passi, e nacque la Federclubs del Dottor Gloriano Mugnaini, storico personaggio a cui Mantovani intitolò poi il campo di allenamento di Bogliasco.

La squadra era quella di Battara, Morini e Frustalupi, di Dordoni lanciato da Bernardini come terzino, Cristin, Delfino e Salvi. In più era stato acquistato dal Prato Roberto Vieri, per la considerevole cifra di 80 milioni di lire. Ricevuta la segnalazione di questo giovane talento, era stato lo stesso Bernardini a visionarlo in una partita di fine campionato di Serie C. D’aspetto magro e pallido, Colantuoni, che diventerà presidente qualche anno più tardi, non riusciva a capire cosa avesse di speciale il giocatore toscano. In realtà Vieri era un Sivori di seconda generazione, dotato di grande intuizione come Rivera, e di invenzione, specialmente quando giocava accanto Frustalupi in versione regista alla Pirlo.

La Sampdoria in Serie B continuò a vincere, fino al 18 giugno 1967, giorno in cui batté l’Alessandria per 1-0, tornando in Serie A dopo un solo anno di cadetteria. Il “Profeta” Bernardini seppe valorizzare al meglio Vieri, che dopo tre stagioni fu venduto alla Juventus per 800 milioni più Benetti, e lo stesso Benetti, dopo un anno positivo a Genova, fu ceduto al Milan per Lodetti e 400 milioni. La Samp non aveva più alle spalle i grandi armatori del passato, ma nel suo non lontano futuro la aspettava l’età d’oro della presidenza Mantovani, a quel tempo già in via XX Settembre in veste di addetto stampa".