Palombo detta i tempi, Mustafi è un muro, Berardi si fa trovare pronto

30.03.2014 18:17 di  Diego Anelli   vedi letture
Palombo detta i tempi, Mustafi è un muro, Berardi si fa trovare pronto
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Da Costa 6: interventi di ordinaria amministrazione. Viene spesso chiamato in causa dai difensori in fase di impostazione prendendosi talvolta qualche rischio di troppo. In un paio di occasioni un'uscita avrebbe sbrogliato situazioni potenzialmente pericolose.

De Silvestri 6,5: consueta prestazione senza fermarsi un attimo, attento in fase di copertura, non fa mai mancare la propria spinta, trasformandosi spesso e volentieri nell'esterno alto aggiunto.

Mustafi 7: dopo qualche prestazione leggermente sottotono riecco il baluardo difensivo che conoscevamo. Annulla ogni avversario capiti dalle sue parti, talvolta giocando d'esperienza e optando per interventi duri ma corretti, in altre occasioni preferendo l'elegante anticipo. Salva un goal già fatto sulla conclusione a botta sicura di Borja Valero ad inizio ripresa.

Gastaldello 6,5: guida il reparto a testa alta, con personalità e senso della posizione. Neutralizza sul nascere le iniziative di Matri. (76' Fornasier n.g.)

Berardi 6,5: in campo a sorpresa al posto dello squalificato Regini, si fa trovare pronto, senza farsi condizionare eccessivamente dal giallo ricevuto nei primi 45', ma riuscendo, al tempo stesso, ad evitare ingenui interventi fallosi che in passato gli sono costati l'espulsione. Nonostante la caratura tecnica degli avversari, Cuadrado in primis, e il lungo periodo di mancato impiego, non tradisce l'appuntamento, coprendo con diligenza la propria fascia di competenza.

Palombo 7: detta i tempi, verticalizza e allarga il gioco. Rallenta e infastidisce sul nascere gli spunti di Borja Valero, riuscendo a recuperare un buon numero di palloni. Dinamico e sempre nel vivo del gioco.

Krsticic 6: prestazione solida, talvolta poco appariscente, ma di grande sostanza. Un lavoro “sporco” prezioso al servizio della squadra. (81' Renan n.g.)

Soriano 6,5: tocca un elevato numero di palloni, dinamico, si propone in non possesso, cerca di velocizzare e verticalizzare il gioco non appena viene servito dai compagni. Svaria a tutto campo, non dando punti di riferimento agli avversari. Sfiora il goal nel corso della ripresa.

Gabbiadini 6: eccede in qualche tocco lezioso e qualche giocata di grande difficoltà tecnica nei primi 45', diventa più concreto e pericoloso con il passare dei minuti, sfiorando il goal su punizione, ma Neto si fa trovare presente. Nella ripresa appare più dinamico e assai prezioso, quando in varie circostanze arretra fino alla linea dei difensori per fondamentali raddoppi di marcatura.

Lopez 6: non ha numerosi palloni giocabili, ma, in confronto ad altre prestazioni, fatica maggiormente a tenere palla e a far salire la squadra. Diakitè non appare in una giornata da ricordare, ma la fortuna e l'esperienza gli vengono in aiuto. Guadagna sicuramente la sufficienza tramite il lavoro di sponda realizzato ad allargare il gioco. Va vicino alla gioia personale nella ripresa, ma Neto gli dice di no.

(68' Okaka 6: non spacca la partita come avvenuto invece in altre occasioni, ma, al di là di un inutile intervento falloso a centrocampo che gli costa l'ammonizione, si fa notare per la capacità di farsi far fallo e consentire alla squadra di alzare il baricentro nel momento di maggiore pressione viola).

Eder 6,5: pronti via e sfiora il goal del vantaggio alla prima occasione, quando De Silvestri sfonda sulla destra e la sua conclusione in girata fa la barba al palo. Fatica poi a carburare, giocando un po' con il freno a mano tirato, non sembra fisicamente al top, non trovando l'accelerazione che avrebbe potuto far male alla Fiorentina. Con il passare dei minuti garantisce un contributo fondamentale al servizio della squadra in fase di non possesso, indietreggiando spesso e volentieri sulla linea dei centrocampisti, se non addirittura dei difensori, aiutando Berardi in un paio di occasioni a contenere  l'offensiva viola sugli esterni.

All. Mihajlovic 7: la sua Sampdoria gioca a testa alta, alla pari contro una delle squadre di maggiore caratura tecnica dell'intero campionato, portando a casa un punto sicuramente meritato. Al 30 marzo la Sampdoria ha 41 punti in classifica, un'anima, un gioco, un'identità ben definita, diverse individualità emerse in tutto il loro valore. Pazienza per l'espulsione subita nel finale, poco conta. E' lui il principale artefice di un miracolo sportivo, rappresentato anche dalle grandi piccole cose: gli attaccanti esterni a fare i terzini aggiunti, diversi giocatori precedentemente accantonati, o poco impiegati anche negli ultimi tempi che si fanno trovare pronti non appena vengono chiamati in causa. Oggi abbiamo l'esempio di Berardi.