Un ricordo più vivo che mai. Paolo Mantovani, l'uomo che credeva nei sogni

09.04.2014 00:00 di  Serena Timossi   vedi letture
Un ricordo più vivo che mai. Paolo Mantovani, l'uomo che credeva nei sogni
© foto di Samuele Aiesi

Il 9 aprile 1930 nasceva colui che avrebbe cambiato per sempre la storia blucerchiata. Un gentiluomo dal viso rotondo, un sognatore che sapeva andare oltre i confini di una realtà calcistica che sembrava lasciare poco spazio all'immaginazione. Paolo Mantovani si innamorò dei colori della Sampdoria e con quel colpo di fulmine ("Perché proprio la Sampdoria? Nessuno mi ha mai chiesto perché ho scelto mia moglie tra le tante. E a Genova c'erano appena due squadre...") ebbe un'epifania: la avrebbe resa felice, scolpendo per sempre il suo nome nella storia del calcio, portando in alto, laddove non aveva mai osato sperare di arrivare. Tutti, davanti a lei, si sarebbero tolti il cappello, inchinandosi alla sua bellezza e dispensando applausi mentre calcava il rettangolo verde.

Mantovani prese per mano la Sampdoria e la condusse sul grande palcoscenico della serie A per recitare il ruolo di protagonista, portando alla corte della sua amata giovani talenti in cui aveva intuito la stoffa dei fuoriclasse. Al gruppo unì la giusta esperienza e trasmise i suoi stessi sogni, che gradatamente si facevano sempre più concreti. La sua Sampdoria in pochi anni si trasformò nella Sampd'oro, autentico capolavoro calcistico che conquistò tre Coppe Italia (e una quarta dopo la sua scomparsa, sotto la presidenza del figlio Enrico), una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Italiana, uno Scudetto e sfiorò la Coppa dei Campioni, disputando la finale con il Barcellona alla sua prima partecipazione nella competizione.

Sono passati poco più di vent'anni dalla scomparsa di papà Paolo, ma a volte ci sembra ancora di ascoltare la sua voce che ci invita a non smettere di cantare anche nei momenti più bui, mantenendo quello stile e quell'unicità che lui stesso ha trasmesso ai supporter blucerchiati: “I tifosi della Sampdoria hanno perso a Wembley e hanno cantato, hanno visto andare via Vialli e hanno cantato. Finché i tifosi della Sampdoria canteranno non ci saranno problemi per il futuro”. Ci emozioniamo ancora nel sentirlo esclamare “Adesso non passano più!” dopo il goal di Roselli nel celebre video del derby '79-'80 e ci riempiamo d'orgoglio quando ricordiamo che aveva definito il tricolore “esclusivamente una vittoria della Sampdoria”, prendendo le distanze da chi parlava di una vittoria della città.

Quando ho preso la Sampdoria ho assunto anche tre impegni. Uno di carattere personale; il secondo non sentire più i tifosi urlare "serie A"; il terzo riempire lo stadio. Credo di averli onorati tutti e tre", anche queste furono parole pronunciate dall'indimenticabile Paolo Mantovani, un uomo che non sarebbe mai venuto meno ai propri principi, lasciando un segno indelebile non soltanto nella storia della Samp, ma anche in quella del calcio.

Senza di Lei, Presidente, non saremmo diventati ciò che siamo oggi; è Lei che ci ha insegnato a credere nell'impossibile. E' grazie a Lei che le bandiere e le sciarpe blucerchiate sono il simbolo di un'unica, grande e orgogliosa famiglia, che non smetterà mai di cantare per la sua amata Sampdoria.

 

© foto di Samuele Aiesi
© foto di Samuele Aiesi