Mentre si alza il sipario. Auguri a Loris Pradella

03.03.2012 08:15 di  Serena Timossi   vedi letture
Mentre si alza il sipario. Auguri a Loris Pradella
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© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

20 presenze in campionato da attaccante di riserva, chiuso dagli straordinari gemelli del goal Vialli e Mancini, a cui si sommano 9 gettoni in Coppa Italia e 4 in Coppa delle Coppe. Questi i numeri di Loris Pradella, che vestì la casacca blucerchiata nella stagione '88-'89 e oggi raggiunge quota 52 primavere. Una meteora che approdò alla Samp nell'anno della terza Coppa Italia in bacheca, con il ruolo tutt'altro che semplice di non far rimpiangere uno dei fuoriclasse blucerchiati in caso di stop forzato.

Pradella cominciò la carriera tra le file del Fontanafredda e del Conegliano, per poi esordire in serie A nel 1980 con la maglia dell'Udinese, debuttando nello stesso periodo anche in Under 21. Al termine di un biennio a Monza, l'attaccante tornò a vestire bianconero, ritagliandosi uno spazio di 13 presenze e una rete. La successiva stagione a Padova e, soprattutto, gli anni trascorsi a Bologna, gli valsero la maturazione e la chiamata di Paolo Mantovani.

Era il 1988 e la Samp aveva movimentato diversi giocatori: i vari Briegel, Branca e Ganz furono ceduti, mentre tra i volti nuovi spiccavano Victor Munoz e Beppe Dossena. L'ambiziosa Samp si apprestava a vivere una stagione di crescita, in cui avrebbe disputato (fortemente rimaneggiata) la sua prima finale europea a Berna contro il Barcellona e in cui avrebbe provato nuovamente il brivido di sollevare al cielo la Coppa Italia, conquistata contro il Napoli.

Pradella era il classico attaccante di peso, un elemento di quantità che puntava molto sulla grinta. Al termine della stagione con la Samp, abbracciò i colori del Padova in cadetteria, dopodiché disputò alcuni campionati in serie C con Como, Ravenna e Mantova. Chiuse la carriera nel Treviso nel 1998.

L'attaccante di Sacile visse dietro le quinte il film della maturazione blucerchiata prima del capolavoro del 1991. Davanti a lui due primi attori inarrivabili come Vialli e Mancini si muovevano sulla scena regalando emozioni agli spettatori; a Pradella non restava che attendere che il sipario si alzasse per fare il suo ingresso e provare a dare il proprio contributo con umiltà e vigore.