Le 56 candeline di Carlo Osti: dal passato da calciatore alla carriera di ds

20.01.2014 07:00 di  Serena Timossi   vedi letture
Le 56 candeline di Carlo Osti: dal passato da calciatore alla carriera di ds
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© foto di Federico De Luca

Il 20 gennaio 1958 nasceva l’attuale direttore sportivo blucerchiato Carlo Osti, che ha alle spalle un passato da difensore in cui vinse due scudetti con la maglia della Juventus nelle stagioni ’80-’81 e ’81-’82.

La carriera da calciatore di Osti cominciò nelle giovanili del Conegliano, con cui debuttò da professionista nel 1973. Un paio di stagioni con la casacca dell’Udinese precedono il suo esordio in serie A tra le file dell’Atalanta, nel campionato ’78-’79. La Juventus ne rilevò la metà del cartellino dagli orobici, lasciando il calciatore di Vittorio Veneto per una stagione all’Udinese, in cui si mise in luce, spingendo la Vecchia Signora ad acquistarlo interamente. Nei due campionati in bianconero, Osti fu riserva e totalizzò 12 presenze. All’inizio degli anni ’80 entrò inoltre nel giro della Nazionale Under 21, con cui mise in fila 6 presenze e partecipò all’Europeo. Fece inoltre parte della Nazionale Olimpica (6 presenze nelle gare di qualificazione ai Giochi Olimpici del 1980). Le tappe successive della sua carriera furono Avellino, Atalanta, Piacenza e Virescit Bergamo, con cui visse l’unica esperienza da tecnico nella stagione ’90-’91, ricoprendo il doppio ruolo di allenatore e giocatore.

Negli anni ’90 fu responsabile del settore giovanile del Piacenza e direttore sportivo di Triestina, Ternana e Alzano Virescit. Successivamente fu ingaggiato dal Treviso, trascorse una stagione alla Lazio e fu ds di Atalanta e Lecce. La sua avventura con la Samp è cominciata nel dicembre 2012, sostituendo Pasquale Sensibile nel difficile compito di erede di Marotta, in cui si era già cimentata senza successo la coppia Gasparin-Tosi. Inizialmente si trovò quindi a dover sfoltire la rosa attraverso cessioni a titolo temporaneo (tra cui quelle di Juan Antonio e Pozzi); tra le operazioni in entrata l’arrivo di Sansone si rivelò utile alla causa, mentre quello di Rodriguez, per il quale fu compiuto un investimento considerevole, non rese quanto auspicato.

La scorsa estate il mercato condotto da Osti e Sagramola, pur con le attenuanti di diversi giocatori sulle spalle derivati dalle precedenti gestioni, si è basato su un progetto giovani con troppo scommesse e poche certezze. Se la conferma di De Silvestri e l’arrivo di Gabbiadini sono state scelte proficue, non si può dire altrettanto di diversi altri nomi, e i movimenti in uscita dell’attuale finestra di mercato (vedi le partenze di Barillà e Petagna e il nuovo prestito di Eramo, che necessita di maggiore esperienza prima di cimentarsi con la massima serie), confermano gli errori di valutazione commessi.

Ciò che talvolta alcuni tifosi rimproverano a Osti è la tendenza a spegnere sul nascere i sogni di mercato  ponendo l’accento su concetti comprensibili come i parametri societari e la necessità di sfoltire la rosa. A onor del vero, la cessione a titolo definitivo di Maresca e la rescissione di Poulsen sono state due ottime mosse in uscita, visto lo scarso impiego dei due giocatori rapportato ai rispettivi ingaggi, e nei prossimi giorni, dopo Eramo, altri giovani continueranno a farsi le ossa in serie minori. Tuttavia, la dirigenza deve dimostrare di saper lavorare anche in entrata, senza sottovalutare le lacune di una rosa che necessita di qualche innesto per raggiungere senza troppa sofferenza l’obiettivo stagionale, aiutando un tecnico che ha compiuto un autentico miracolo psicologico e tattico con gli elementi a disposizione.

L’augurio nel giorno del suo compleanno è quello di porre rimedio agli sbagli estivi e magari di donare ai colori blucerchiati la gioia di un acquisto che, pur compatibilmente con l’equilibrio del bilancio, sia in grado di regalare soddisfazioni. Un compito non semplice nella giungla del mercato odierno, fatto di ingaggi faraonici e valutazioni spesso eccessive, ma del resto saper cogliere le opportunità lavorando sotto traccia è una sfida che ogni ds deve essere disposto ad accettare. E a vincere.