Concentrato sul presente. Auguri a Sergio Romero

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Destino singolare, quello di Sergio Romero, portiere titolare dell’Argentina vice campione del mondo che da diverse stagioni non trova la continuità e lo spazio da prima scelta nelle compagini di cui veste la maglia. Chiacchierato uomo-mercato, nelle ultime sessioni di contrattazioni è stato accostato a molti club, soprattutto d’Oltremanica, ma alla fine non si è mosso dalla città della Lanterna. Un bene, col senno di poi, perché quando un infortunio ha costretto Emiliano Viviano allo stop, l’estremo difensore argentino si è rivelato determinante, facendo conquistare preziosi punti alla Samp con parate decisive e penalty neutralizzati.

Di poche parole, raramente in questi anni ha rilasciato interviste, preferendo concentrarsi sul presente, mostrando serietà e lavorando senza competitività con i compagni di reparto, attendendo la propria chance e rispettando le gerarchie disegnate dal mister.

Croce in alcune occasioni, in cui le amnesie prevalgono, ma delizia in altre, in cui si dimostra coraggioso nelle uscite e felino nell’inarcarsi tra i pali neutralizzando potenti conclusioni avversarie, Romero oggi è quasi un lusso in panchina, visto che il panorama della Serie A presenta portieri titolari meno affidabili e più inclini all’errore o che si limitano al compitino diligente che non contempla interventi tali da essere definiti “prodigiosi”.

Il voto dell’argentino in questa porzione di stagione non può che essere positivo: poche chiacchiere, molti fatti, come è nel suo stile, parate e comunione d’intenti con il gruppo, che deve sempre prevalere sulle individualità. In attesa di sviluppi sul suo futuro, un plauso a un giocatore che non si lascia sopraffare dalle voci di mercato e che preferisce che siano i suoi guantoni a parlare per lui, anziché i procuratori.