Chi suda, chi lotta. Auguri all'inossidabile Angelo Palombo

25.09.2014 00:00 di  Serena Timossi  Twitter:    vedi letture
Chi suda, chi lotta. Auguri all'inossidabile Angelo Palombo
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ogni anno diventa sempre più arduo raccontare Angelo Palombo nel giorno del suo compleanno senza scivolare nella retorica. Dopo 13 stagioni in blucerchiato, infatti, per i tifosi della Samp è una colonna, un elemento cardine che ha vissuto i momenti più gioiosi e i più sofferti della storia doriana recente, un giocatore sempre disponibile a fermarsi tra i sostenitori blucerchiati per una foto, un autografo o scambiare qualche battuta. Ma Palombo è, soprattutto, una persona a cui la Sampdoria e la città di Genova sono ormai entrate nel cuore.

Arrivato in sordina poco più che ventenne nel lontano 2002, prelevato a parametro zero dopo il fallimento della Fiorentina, diventò un punto fermo del centrocampo di Novellino, mettendo le sue doti di interditore al servizio della squadra con Volpi in cabina di regia. Con i tecnici che seguirono, in particolare Mazzarri e Delneri, affinò la capacità di impostare il gioco, crescendo di pari passo ad una sorprendente Sampdoria e vivendo le emozioni di una finale di Coppa Italia persa ai calci di rigore e di un preliminare di Champions League conquistato in una stagione straordinaria e inattesa.

Le lacrime post retrocessione e le scuse sotto la Sud restano una delle immagini più vivide nei ricordi dei tifosi blucerchiati; mai come in quel momento il suo rammarico era il nostro, perché chi la maglia la sente cucita addosso è il primo a soffrire quando le cose non vanno come vorrebbe, nonostante gli sforzi. Seguì una breve parentesi all'Inter, rimarcando in conferenza stampa che, se fosse stato per lui, non avrebbe lasciato la Samp, anche se forse quella "pausa" ha contribuito a creare un nuovo inizio. Già, perché l'Angelo Palombo odierno ha saputo reinventarsi e rimettersi in gioco con l'entusiasmo e la determinazione di un ragazzino, nonostante anagraficamente sia uno dei veterani della rosa blucerchiata. Adattato centrale con buoni risultati nella prima gestione Delio Rossi o tornato in mediana con Sinisa Mihajlovic in panchina poco importa, Angelo ha mantenuto la grinta e la dedizione attraverso le quali abbiamo imparato a conoscerlo.

Si dice che Genova sia una città schiva, prigioniera del passato tanto da ostacolare il suo stesso futuro. Angelo Palombo, che della Superba ha fatto la sua seconda casa, rappresenta il passato blucerchiato, il presente, ma anche il domani, perché sono i giocatori come lui, che sul campo sudano e lottano, le fondamenta dello spogliatoio. Rassicurante e nel contempo in grado di stupire ancora come quella Genova che mostra la sua vera natura al calare della sera, quando il tramonto ne illumina i palazzi e le strade. Auguri Angelo, che la prossima partita sia sempre la migliore.