La doppietta del "Corvo" Francesconi, l'apoteosi con Sabadini, il rigore sbagliato da Salvi

22.03.2014 08:32 di  Guido Pallotti   vedi letture
La doppietta del "Corvo" Francesconi, l'apoteosi con Sabadini, il rigore sbagliato da Salvi
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© foto di Giulia Prosperi

Andando indietro con la memoria aiutandomi con i miei vecchi almanacchi, mi accorgo che molti incontri fra Verona e Sampdoria sono stati per lo meno rocamboleschi.

Il primo in assoluto fu disputato qui a Genova il 22 di settembre del 1957 e finì 1 – 1 con reti di Tortul per noi e di Bagnoli per il Verona, sì proprio quel Bagnoli che avrebbe portato gli scaligeri allo scudetto nei primi anni ‘80 e poi il Genoa al livello più alto del dopoguerra, agli inizi degli anni ’90.

La partita del girone di ritorno del 9 febbraio 1958, finì 5 – 3. Ero in una sala da ballo di Sampierdarena e l’orchestra diede il risultato alla fine del primo tempo: vinceva la Sampdoria 2 – 1; però quando furono dati i risultati definitivi eravamo stati sconfitti e la “Domenica Sportiva” fornì la sequenza e le immagini delle reti. Nel primo tempo avevano segnato per i blucerchiati Tortul e Firmani ed aveva accorciato il risultato Del Vecchio per i veronesi; lo stesso attaccante aveva pareggiato al primo minuto del secondo tempo, imitato un minuto dopo dall’anglo-italo-sudafricano Eddie Firmani che ci aveva riportati in vantaggio.

L’inafferrabile Del Vecchio dieci minuti dopo aveva pareggiato e ci aveva asfaltati con altre due reti al trentottesimo ed al quarantatreesimo, rifilando al povero Bardelli una cinquina di reti e penso che Gaudenzio Bernasconi, alla veneranda età di ottantadue anni, sogni ancora adesso l’attaccante brasiliano, che avrebbe dovuto marcare. Da notare che in quello stesso campionato a 16 squadre e due punti in caso di vittoria, il Verona retrocesse dopo il suo primo anno di serie A del dopo guerra, con 26 punti in compagnia dell’Atalanta con 28, mentre Sampdoria, Genoa, Alessandria, Lazio, Spal, si salvarono a 30 punti.

Incontrammo per la terza volta il Verona nella prima giornata nel nostro debutto in assoluto in serie B, il 12 settembre 1966 e vincemmo per 0-2 con doppietta del Corvo Francesconi, bissammo il successo a Genova il 5 febbraio, nuovamente con due gol  di Francesconi nel p.t. e di Sega del Verona nel s.t.

8 dicembre 1968; giornata fredda e umida nella sud siamo in pochissimi, radunati a gruppetti e la Samp va sotto di due reti che nel primo tempo il Verona ci rifila con Traspedini e Mazzanti. Andiamo al riposo col cuore gelato al pari dei piedi che battiamo sul cemento per scaldarci. Nella ripresa la Samp si scatena, prima Cristin, poi Vincenzi ed infine Frustalupi ci portano alla vittoria.

Nella partita di ritorno, dopo che la domenica precedente avevamo perso in casa col Pisa e dato l’addio ai sogni di permanenza in serie A, vincemmo a Verona 0  - 3 con due gol di Vieri, che quando decideva di giocare non c’era nulla da fare per gli avversari, e uno di Cristin e nelle ultime 5 partite ci salvammo con quattro pareggi e una vittoria a Marassi contro il Vicenza che vale la pena di raccontare.

La partita s’avviava mestamente alla fine sul risultato di 0 – 0, era ormai il minuto 89° quando su una palla che stava balzando oltre la riga di fondo, Martello Delfino, il nostro ruvido terzino, si produsse in una rovesciata volante che buttò la sfera invitante per la testa di Tato Sabadini, l’altro terzino, che la sbatté perentoriamente in rete. Fu l'apoteosi.

Altra partita, il 30 dicembre 1972; sugli spalti sembrava di stare dentro una ghiacciaia, la tramontana ci pungeva il viso con la forza di mille aghi. Una signora, seduta dietro di me e una volta uscita dal lavoro era venuta direttamente allo stadio, calzava scarpe decolletè, soffrendo per il gelo ai piedi: impietosito ospitai le sue estremità nelle tasche del mio eskimo; tuttavia il buon Dio non premiò il mio atto da buon samaritano.

Perdemmo 0 – 1  e Giancarlo Salvi si fece parare uno di quei rigori che se non spiazzi il portiere diventano insulsi … e proprio sotto la sud. Però quel campionato finì con una tranquilla salvezza.