Grazie Presidente, disturbo Alessandro Manzoni...

18.10.2013 11:00 di  Guido Pallotti   vedi letture
Grazie Presidente, disturbo Alessandro Manzoni...
© foto di Lidia Vivaldi

Il Salone del Gran Consiglio a Palazzo Ducale é apparso ancor più bello, ornato dalla tanto sobria quanto squisita coreografia, allestita in onore dell’indimenticabile Presidente Paolo Mantovani e voluta dall’attuale Edoardo Garrone.

Una passatoia, con gli splendidi colori sociali della Sampdoria, attraversava la splendida dimora, dove nelle nicchie, in discrete teche, erano esposti i cimeli vinti nei tre lustri, nel corso dei quali il Presidentissimo ha elevato la Sampdoria, fino allora considerata provinciale, pur essendo squadra di capoluogo di regione, agli onori del calcio italiano ed europeo.

I trofei con abbinate le maglie con le quali erano stati conquistati, destavano commossa nostalgia in coloro che avevano vissuto quel periodo glorioso e curiosità, quasi invidiosa, in chi era allora troppo giovane. Il palco d’onore era impreziosito da gigantografie dell’amato Presidente, immortalato nella sua vera natura di tifoso; tipica quella in cui sale disinvolto, sul sellino della vespa di un tifoso, per giungere puntuale a presentare la squadra d’inizio stagione: un piacere al quale non avrebbe mai rinunciato.

Il Dottor Marino Bartoletti ha fatto gli onori di casa, decantandone le doti e facendo ricordare la figura di Mantovani dalle persone che gli erano state più vicine; piacevoli gli aneddoti raccontati dal fraterno amico Percassi e dall’allora direttore sportivo Claudio Nassi, che ha raccontato, non rendendosene tuttora conto, di come nel 1990, Mantovani avesse rinunciato ad acquistare Marco Van Basten e l’argentino Redondo, pur avendo i contratti pronti da firmare.

I Mantovani al completo, hanno assistito, commuovendosi o applaudendo in base agli episodi, riguardanti il loro amato famigliare, che venivano narrati; il figlio Enrico ha ricordato di come il padre fosse sempre pronto a frenare gli eccessi d’euforia, nei figli, nei giocatori e nella tifoseria, per evitare che diventassero deleteri. Erano presenti molti che nel corso della sua presidenza, interrotta solo dal tragico destino, avevano vestito, accuratamente scelti da Lui, la casacca blucerchiata.

C’erano calciatori come Talami e Rossi, ceduti prima della grande escalation, che avevano però fatto a tempo a conoscerlo. Mazinga Guerrini, Rosi, Zanone, Bellotto, importanti compartecipi della risalita nella massima divisione, dopo cinque anni di limbo in cadetteria, assieme a Scanziani il capitano blucerchiato che aveva alzato la Coppa Italia, il primo dei molti trofei vinti in seguito. Victor Muñoz, venuto appositamente dalla Spagna, Galia, Ganz, Casagrande, Dario Bonetti e chissà quanti ne dimentico. Del mitico squadrone vincitore della Coppa Coppe a Goteborg, dello scudetto e della finale di Coppa Campioni a Wembley, ho riconosciuto Ivano Bonetti che insieme a Vialli e Cerezo si erano fatti i capelli biondi appena diventati campioni d’Italia, poi Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Vialli e Mancini.

Traggo da internet: “In questa sala si riunivano i 400 nobili che detenevano il potere della repubblica”. In occasione del Memorial day in onore di Paolo Mantovani, il salone del Gran Consiglio di Palazzo Ducale ha ospitato un numero ben superiore di Sampdoriani veraci, votati, nella buona e nella cattiva sorte, a quei colori magici che fanno venire i brividi.

Per finire provo a spiegare come si vivevano quei quindici anni irripetibili. In occasione di una partita di coppa, prima dell’inizio ho sentito un ragazzo dire:”Finalmente sono riuscito a mettere piede nella mitica gradinata sud”! Paolo Mantovani, oltre ad avere dato vita al Torneo Ravano, educava i ragazzi in età scolare, a una educata sportività. “… e ottenne il premio ch’era follia sperar! “ Grazie Presidente, disturbo Alessandro Manzoni, per ringraziarti d’averci fatto godere di quel premio, che noi, nati sampdoriani, mai nelle nostre più rosee previsioni e negli ingenui voli pindarici, avremmo osato sperare di ottenere.