ESCLUSIVA SN - 1946, Vasino: "Ricordo la grande intensità di Milan-Samp, spareggio UEFA della stagione 1986-87"

09.09.2014 19:46 di  Lidia Vivaldi   vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Vasino: "Ricordo la grande intensità di Milan-Samp, spareggio UEFA della stagione 1986-87"
© foto di Sampdorianews.net

La storia blucerchiata raccontata attraverso gli aneddoti, gli episodi, e i ricordi di chi l’ha vissuta: parte oggi la nuova rubrica dedicata ai 68 anni della Sampdoria. Come primo narratore per l’album dei ricordi blucerchiati, Sampdorianews.net ha il piacere di ospitare il giornalista Gianni Vasino, storico inviato della trasmissione Rai “90° Minuto”, e attualmente voce di Radio19.

Nella sua carriera ha raccontato tante partite della Sampdoria, in particolare contro le milanesi, ce n’è una che le è rimasta più impressa? “Ce ne sono tanti di ricordi, ma penso a Milan-Samp, lo spareggio UEFA della stagione 1986-87, una partita straordinariamente intensa, che stupì molti dei presenti. Non fu una partita ricca di gol, decisa soltanto nei supplementari da una rete di Massaro, ma ci furono azioni veloci e tanto agonismo, e mi fece una grande impressione la coppia d’attacco formata da Mancini e Vialli. La Samp di Boskov, con giocatori come Vierchowod, Briegel e Cerezo, era arrivata quinta quell’anno, e dovette giocarsi a fine stagione, sul neutro di Torino, la qualificazione alla Coppa UEFA contro il Milan di Capello, combattendo fino alla fine.”

Qual è il personaggio della storia blucerchiata che le ha lasciato un ricordo indelebile? “Sicuramente Boskov. Aveva un metodo tutto suo di trattare con giornalisti “amici” e “nemici”, poiché quando si rivolgeva a qualcuno che sapeva amico, concedeva una parola in più: ‘Vialli ha fatto quel bel dribbling che non mi aspettavo’, mentre quando si trovava a parlare con coloro che considerava “nemici”, si limitava ad un lapidario ‘Vialli giocato bene’, togliendo loro la possibilità di ogni tipo di commento. Era un personaggio particolare, tutti ancora oggi ricordano la sua massima ‘Rigore è quando arbitro fischia’. Io avevo lasciato Genova per motivi di carriera, ma quando la Samp arrivava a Milano, e ci capitava di avere Boskov a tiro, tutti noi giornalisti eravamo contenti, perché era uno che davanti ai microfoni si lasciava andare, e parlava in scioltezza; tranne che con quelli che non gli andavano a genio, con i quali, al contrario si chiudeva in se stesso. Aveva un carattere un po’ strano, dettato dalla sua provenienza, e aveva dei principi diversi da quelli ai quali eravamo abituati. Per certi versi era molto chiuso, ma per certi altri era un uomo straordinario.”

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