ESCLUSIVA SN - 1946, Vasino: “Chiorri nel campo faceva quello che voleva, un anarchico del calcio”

09.12.2014 19:46 di  Andrea Colucci   vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Vasino: “Chiorri nel campo faceva quello che voleva, un anarchico del calcio”
© foto di Sampdorianews.net

La storia blucerchiata raccontata attraverso gli aneddoti, gli episodi, e i ricordi di chi l’ha vissuta: il nuovo numero di 1946, la rubrica di Sampdorianews.net dedicata ai 68 anni della Sampdoria, ospita come narratore per l’album dei ricordi blucerchiati una delle voci storiche del calcio italiano: Gianni Vasino.

“Oggi parliamo di Alviero Chiorri: ruolo attaccante, ha sempre detto che giocava "solo" per il pubblico e quando ha smesso è fuggito a Cuba per essere dimenticato. Questo dà l’idea di che tipo di persona fosse, una persona molto particolare.

Ricordo che Mantovani lo vendette alla Cremonese nell’’84 per la disperazione, si presentava agli allenamenti con gli orecchini, catenina, sandali e bermuda. Chiorri era uno che aveva anticipato i tempi, un giocatore atipico per i suoi tempi.

Con tutti gli allenatori che ha avuto, lui diceva sempre: “Non mi capiscono, mi mettono in un ruolo che non è il mio e non riescono a farmi giocare dove posso esprimermi al meglio”. Alla Samp ha giocato assieme a Mancini dal 1982 al 1984, soprattutto nel primo anno i due combinavano davvero bene, Chiorri giocava bene finalizzando molto in fase di conclusione, un giocatore furbo con un buon tiro e un grande dribbling. Era un attaccante direi sui generis, ma molto moderno.

Nella Samp ha giocato con Lippi, Chiarugi davvero una squadra forte, dove lui giocava da centravanti ma a modo suo. Lui finalizzava molto come detto, ma era innamorato con la palla ai piedi. Quando gliela passavano, difficilmente la sfera di gioco ritornava a chi gli aveva fatto il passaggio.

Questo comunque non creava malumore tra i compagni, veniva visto come un incompreso, un anarchico del calcio. Chiorri nel campo faceva quello che voleva, un genio e sregolatezza. Tra gli altri allenatori ha avuto Bersellini nella Samp, l’allenatore gli chiedeva di inserirsi nel gioco di squadra, ma lui invece andava per gli affari suoi. Lui era un’attaccante di movimento, ma i movimenti che metteva in campo erano quelli che piacevano a lui. Passare la palla ad un compagno era davvero faticoso per lui, quasi sbuffando, come una sorta di ultima spiaggia. Alviero aveva molta tecnica, il suo difetto era l’insofferenza per il gioco di squadra, voleva fare un po’ tutto da solo. Anche per questo nell’ultimo anno alla Samp giocò poche volte, quando ebbe alcune discussioni con Mancini proprio per il suo eccessivo egoismo.

Detto questo, Chiorri veniva impiegato con una certa assiduità, un giocatore che nonostante il suo individualismo era molto utile alla squadra. La cosa più bella, era il suo non adattarsi alle regole. Presentarsi agli allenamenti come spiegato prima, non era da tutti e per questo veniva visto come uno che fosse fuori dal mondo. Poi venne ceduto alla Cremonese, inserito nell’affare che portò Gianluca Vialli alla Samp, con i due che non si sono incrociati in maglia blucerchiata.

Un giocatore comunque amato dal pubblico, anche perché i tifosi s’innamorano sempre dei tipi strani, di quei giocatori che son fuori dalle regole e dagli schemi”.