ESCLUSIVA SN - 1946, Pizzul: "La Samp di fine anni '80 rappresentava brillantemente il buon momento del calcio italiano"

17.03.2015 19:46 di Matteo Rosagni   vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Pizzul: "La Samp di fine anni '80 rappresentava brillantemente il buon momento del calcio italiano"
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Cari lettori e care lettrici di Sampdorianews.net, questa sera per 1946, la rubrica storica che ricorda il passato blucerchiato attraverso gli aneddoti, gli episodi e i ricordi di chi l’ha vissuta, abbiamo il piacere di avere con noi il grande Bruno Pizzul, giornalista sportivo ed intramontabile voce delle telecronache RAI, che ci racconterà di quella Sampdoria di fine anni '80 che, tra vittorie in Coppa Italia e gloriose cavalcate europee, si accingeva a vincere il primo, mitico, scudetto della sua storia.

"La Sampdoria di fine anni '80 era una squadra di cui inevitabilmente si parlava molto, perché era una compagine in netta crescita e gli sforzi profusi si sarebbero concretizzati sul campo con la conquista dello scudetto. Ma già nel periodo immediatamente antecedente vinse due Coppe Italia, si qualificò anche in campo europeo molto bene ed era una squadra che faceva parlare di sé anche per il modo molto piacevole con il quale giocava e per il clima che si era creato intorno ai giocatori.

Nella formazione vi erano giovani molto promettenti: Vialli e Mancini erano forse i due elementi più rappresentativi, ma c'erano tante altre personalità e sopratutto l'allenatore, quel Vujadin Boskov che era diventato popolarissimo per il suo modo di concepire il calcio, per le sue frasi sempre azzeccate, alcune della quali sono entrate addirittura nel lessico del calcio. Poi c'era questo Presidente, così generoso, Paolo Mantovani, che aveva creato pian piano questa squadra, nonostante qualche problema personale. A tal proposito, ricordo che lavoravo alla sede RAI di Milano e più di qualche volta venivamo mandati a Chiasso o a Lugano, perché era dove la Sampdoria andava ad allenarsi, in modo tale che Mantovani, che abitava in Svizzera, la potesse vedere, poiché al momento era impossibilitato a tornare in Italia. Poi avrebbe risolto tutti i suoi problemi, peraltro assai brillantemente e quindi sarebbe potuto andare a vedere la squadra a Genova, ma nei primi tempi vi era questa sorta di vincolo.

Ricordo poi in particolare la Coppa Italia del 1989, vinta dalla Sampdoria contro il Napoli. In quegli anni la Coppa nazionale si attribuiva dopo gara di andata e ritorno sui campi delle due contendenti: l'andata si giocò a Napoli e vinse la squadra partenopea per una rete a zero. Il ritorno invece si disputò a Cremona, perché a Marassi il Ferraris era ancora in via di ristrutturazione, essendo l'anno che precedeva i mondiali di Italia '90, e finì 4 a 0 per la Sampdoria, in un clima peraltro del tutto particolare. Cremona è la città di Vialli, quindi si giocava in un ambiente piuttosto favorevole alla Samp, ma ricordo sopratutto che fu una partita che, al di là del risultato, si giocò fino all'ultimo con un tasso di aggressività e anche di cattiveria sportiva veramente notevole. Tant'è vero che alla fine della gara venni avvicinato da Vierchowod che, lamentandosi, mi disse 'mi hanno detto che ci hai detto che siamo stati dei picchiatori', ma io avevo detto che entrambi, tanto i blucerchiati quanto i napoletani furono picchiatori e in effetti rammento che, nonostante il risultato fosse ormai fissato sul 4 a 0, la partita rimase particolarmente maschia anche nel finale, cosa piuttosto insolita.

Ho tanti altri ricordi legati a quella Sampdoria, ma sopratutto che quella squadra rappresentava in maniera molto molto brillante il buon momento del calcio italiano: anche perché, oltre ai già citati Vialli e Mancini, c'erano giocatori straordinari come Pagliuca, Vierchovod, Lombardo detto Braccio di Ferro, Mannini, Lanna, Katanec, Invernizzi, Dossena. Adesso, ai giorni nostri, la Sampdoria sta facendo altrettanto bene, dopo periodi che hanno un pochino solo alimentato la nostalgia per quel periodo eroico: è un piacere per i tifosi della Samp non solamente ricordare quei momenti felici, ma vedere che anche nel presente hanno qualche riscontro".