ESCLUSIVA SN - 1946, Nuti: "Montella, l'aeroplanino acqua e sapone"

19.05.2015 19:46 di  Matteo Rosagni   vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Nuti: "Montella, l'aeroplanino acqua e sapone"
© foto di Sampdorianews.net

Atterrò alla Sampdoria nel 1996, dopo un anno trascorso dall'altra sponda del Bisagno e vi rimase fino allo sfortunato 1999, quando i blucechiati retrocedettero in cadetteria. Con la casacca dei marinai della Superba segnò le bellezza di 61 reti in 98 gare, prima di trasfersi alla Roma per la sua definitiva consacrazione.

Tornò in blucerchiato nel 2007 e vi rimase un anno, siglando ancora 5 reti in 18 gare e chiudendo poi la carriera a Genova. Stiamo parlando di Vincenzo "Aeroplanino" Montella e quest'oggi per la nuova puntata di 1946, la rubrica di Sampdorianews.net dedicata ai 68 anni della Sampdoria, abbiamo avuto il piacere di ascoltare i ricordi che ha di lui il giornalista Beppe Nuti.

"Conobbi Vincenzo Montella molti anni fa, quando venne a Genova e mi raccontò un po' la sua storia. Era il classico bravo ragazzo, educato, pulito, con comportamenti sempre corretti e non rilasciava mai dichiarazioni al di sopra delle righe, un professionista serio. Veniva dalla Campania, da Castello di Cisterna, mi parlava sempre della sua terra, alla quale era legatissimo. Lasciò casa giovanissimo, a 13 anni, per andare nelle giovanili dell'Empoli dove iniziò la carriera. Non fu facile, per un ragazzino acqua e sapone come lui, ma si capì fin da subito che aveva la stoffa del bomber di razza. Malgrado non fosse altissimo, poco più del metro e settanta, diventerà uno degli attaccanti più prolifici della Serie A.

Coincidenze del destino, Montella debuttò in C1 con la maglia dell'Empoli nel campionato 1990/'91, proprio mentre le Sampdoria si apprestava a vincere il suo primo scudetto. Rimase nella piccola cittadina toscana, le giovanili della cui squadra furono però importante trampolino di lancio per molti giocatori per tanto tempo, per cinque anni e venne poi notato dal Genoa che, nel 1995, lo portò in Serie B. E' in rossoblu che viene coniato il suo soprannome Aeroplanino, appellativo sintomo di uno dei suoi tratti più distintivi, ossia l'esultanza con la quale andava a mimare il volo di un aeroplano, dopo aver siglato ciascun gol. Col Grifone segna 28 reti in 40 gare, conquistanto anche la Coppa Anglo-Italiana a Wembley.
Segnava in tutte le maniere e attirò su di se l'attenzione di molti club, specie perché era riuscito a non subire minimamente il salto di categoria dalla C1 alla B.

Alla fine della stagione 1995/'96, era comunque ancora in comproprietà tra Genoa ed Empoli e ci fu un piccolo giallo: quando fu depositata in Lega la scrittura privata con la quale si raggiungeva l'accordo per la risoluzione consensuale a favore del Genoa in cambio di 3 Miliardi e 500 Milioni di Lire, a sopresa si andò alle buste e il giocatore tornò ad Empoli. Si creò un po' di confusione, ma come andarano davvero le cose non si sa, sta di fatto che in quell'Estate Montella passò alla Sampdoria e fu per lui una grandissima occasione, perché andò a giocare con grandi campioni come Roberto Mancini e Sinisa MIhajlovic.

Racconto ora un aneddoto che successe durante la presentazione estiva della Sampdoria, che si tenne quall'anno al Palasport della Fiera del Mare: ricordo che noi giornalisti eravamo tutti fuori dalla parte mare, perché la squadra era pronta li ed io, parlando con Mancini, bomber di razza, gli chiesi lumi su quel ragazzo appena acquistato dalla Sampdoria, così proflifico di gol in C ed in B, ma che avrebbe anche potuto patire un po' il salto di qualità nella massima serie. Lui mi rispose che 'chi sa fare gol, li fa in tutte le categorie, ma non è tanto quello il punto, che a volte può anche ingannare, piuttosto su Montella posso dirti che è un giocatore vero e che segnerà un sacco di reti'. Insomma, detto da Mancini, ci si poteva fidare e infatti dimostrò di averci visto giusto. Certo, i tifosi del Genoa questo passaggio in blucerchiato non lo presero ovviamente bene, ma devo dire che Vincenzo ebbe sempre parole molto gentili nei confronti dei rossoblu.

Alla Sampdoria continuò a fare bene il suo mestiere di attaccante, segnando 54 gol in 83 partite di Campionato, tra il 1996 e il 1999. Specialmente fece benissimo nelle prime due stagioni, 1996/'97 e 1997/'98, siglando 22 reti in 28 presenze nella prima, con la Samp che chiuse col miglior attacco della Serie A con 70 gol all'attivo e 33 gettoni conditi da 20 sigilli nella seconda. Montella fu un po' lo splendido finalizzatore di quella squadra guidata da Sven-Göran Eriksson ed era molto ineressante il duo Mancini-Montella, perché il ragazzo campano amava essere lanciato in profondità e quindi le verticalizzazioni di Mancini risultarono molto molto importanti.

Poi nel 1998 arrivò Lucinao Spalletti, un amico, una persona splendida e lui puntò molto su Montella. Vincenzo però soffriva di un brutto problema alla caviglia che gli impediva di fare i movimenti che voleva, cosa molto debilitante oer un attaccante. Questo problema lo costrinse poi all'intervento chirurgico e fu costretto a saltare quasi tutto il girone d'andata. La Sampdoria nel frattempo era in caduta libera e fece quella che secondo me fu una fesseria: convocarono noi giornalisti stto la Tribuna e ci diedero la notizia che Spalletti non era più l'allenatore, ma si formò una strana coppia formata da David Platt e da Giorgio Veneri, per fargli da tutor. Le cose non migliorarono affatto e "il ragazzo di Certaldo", ossia Lucio, come lo chiamo io, Spalletti venne richiamato quando ormai era troppo tardi e il Doria non riuscì ad evitare una brutta retrocessione in Cadetteria. Quando Montella tornò diede un po' un'illusione di potersi salvare, addirittura a San Siro contro l'Inter siglò una tripletta, partita dove la Samp vinse per quattro reti a zero. Quella fu anche la partita del divorzio.

Montella poi si traferì alla Roma, fortemente voluto sia da Fabio Capello che da Gabriel Batistuta. Capello però stranamente lo lasciava spesso in panchina, ma segnò comunque molte reti. Rimase nella Capitale fino al 2007, consacrandosi definitivamente come uno dei migliori attaccanti italiani di sempre e togliendosi molte soddisfazioni, tra cui quella di sancire un record, tutt'ora imbattuto, ossia l'aver segnato quattro gol in uno stesso derby capitolino. Ebbe poi un'esperienza all'estero al Fulham.

Tornò alla Sampdoria al termine della stagione 2006/2007 e vi rimase un anno, segnando ancora 5 reti in 18 gare, e annunciando il suo ritiro dal calcio giocato dopo una Sampdoria - Juventus, finita 3 a 3.

Montella in carriera ha messo a segno in totale 230 reti in 431 gare ufficiali e questo rende bene l'idea di che attaccante si trattasse, che razza di bomber.

Adesso lo vediamo come allenatore, anche in questa veste mai sopra le righe ed è, a mio avviso, assieme a Sinisa Mihajlovic, pur con filosofie diverse, il Mister che meglio intepreta al momento il calcio europeo in Italia. Da quando iniziò a 13 anni ad ora, ha sempre dimostrato che il suo calcio, è un calcio offensivo, all'insegna del cercare il gol sempre prima dell'avversario.

Vincenzo Montella giocò anche 20 prtite in Nazionale, segnando 3 reti e personalmente lo reputo uno dei migliori attaccanti che la Sampdoria abbia mai avuto, quantomeno sicuramente nel periodo post scudetto, che è riuscito ad entusiasmare con gol bellissimi e fu un piacere vero vederlo giocare".

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