ESCLUSIVA SN - 1946, Lazzara: “Souness: un giocatore dal grandissimo carisma che ha cambiato in quel momento la storia della Samp”

04.11.2014 19:46 di Andrea Colucci   vedi letture
ESCLUSIVA SN - 1946, Lazzara: “Souness: un giocatore dal grandissimo carisma che ha cambiato in quel momento la storia della Samp”
© foto di Sampdorianews.net

La storia blucerchiata raccontata attraverso gli aneddoti, gli episodi, e i ricordi di chi l’ha vissuta: il nuovo numero di 1946, la rubrica di Sampdorianews.net dedicata ai 68 anni della Sampdoria, ospita come narratore per l’album dei ricordi blucerchiati Andrea Lazzara, giornalista di Primocanale, emittente in sinergia con la nostra redazione.

“Oggi parliamo di Graeme Souness: lo scozzese è stato un grande giocatore arrivato alla Sampdoria, come se Gerrard o una bandiera di una grande squadra arrivasse ora a Genova alla Samp. Lui era il capitano del Liverpool, di quel Liverpool che vinse la Coppa dei Campioni a Roma contro la Roma ai calci di rigore, due mesi dopo vestiva la maglia della Sampdoria.

Lo chiamavano 'Charlie Champagne', perché oltre che in campo era abbastanza effervescente anche al di fuori del rettangolo di gioco. Un uomo di grande grinta, di grande cuore e di grandissime doti tecniche. Il suo esordio in campionato con la Sampdoria è stata una partita storica, perché Sampdoria-Cremonese 1-0 del campionato ‘84-‘85 è stata la partita del ritorno in serie A dei lombardi e la prima partita giocata da ex di Gianluca Vialli. Questa partita fu segnata proprio da un gol su punizione di Souness.

Souness fu uno dei grandi protagonisti della Samp in quella stagione, diede quel qualcosa in più al centrocampo blucerchiato fatto di grande corsa, con Pari, Scanziani, Casagrande. Giocatori importanti, ma Souness era il giocatore che tirava fuori anche la cattiveria in certi frangenti. Per la verità sbagliò qualche rigore di troppo, ad esempio uno contro la Fiorentina, però è stato un giocatore che secondo me ha cambiato la storia della Sampdoria in quel momento. Souness è anche colui che segnò la rete della vittoria nella finale di andata della Coppa Italia poi vinta dalla Samp nel 1985.

Lui è stato davvero un protagonista incredibile, che nel secondo anno di permanenza in blucerchiato ha forse buttato via tutto quello che di buono aveva fatto precedentemente, anche da un punto di vista morale. Perché la Sampdoria acquistò dal Como Gianfranco Matteoli, e siccome soffriva la presenza contemporanea di due registi, Souness preferiva avere al suo fianco Fausto Salsano. Souness non si ripetè ai livelli della stagione passata, ma la Samp probabilmente pensava comunque che lo scozzese sarebbe rimasto. Quindi cedettero Matteoli all’Inter, ma Souness non rimase e andò in Scozia per giocare nei Rangers Glasgow. Risultato: la Sampdoria si ritrovò senza Souness e Matteoli in un sol colpo. Giocatori che vennero prontamente sostituiti da due grandi atleti come Briegel e Cerezo, però un calciatore che alla Samp mancò pur giocando una seconda stagione non all’altezza.

Souness lo si ricorda per il suo grandissimo carisma, per la sua grande leadership in campo e grande carattere. In una famosa partita Avellino-Samp in cui i blucerchiati conducevano per 1-0 grazie ad un rigore di Trevor Francis, accadde qualcosa di clamoroso. L’arbitro di quel match era Lo Bello, l’Avellino si giocava la salvezza, giocare al Partenio in quegli anni non era per niente facile. Tanta strana gente che si aggirava nelle vicinanze del campo, in quel giorno c’era anche lo sciopero della Rai, quindi le immagini di quel match non si sono mai viste. Per la cronaca l’Avellino ribaltò il risultato negli ultimi dieci minuti di gioco con Ramon Diaz (80’) e autorete di Renica (86’). Souness e Francis vennero sostituiti un pò sorprendentemente e ricordo benissimo che l’ex Liverpool, per usare un eufemismo, si arrabbiò moltissimo, per non dire altro.

Per chiudere Souness è stato un giocatore che ha fatto crescere molto la Sampdoria dal punto di vista della personalità, peccato solo per la seconda stagione giocata non alla sua altezza e per quell’addio prematuro”.