ESCLUSIVA SN - Calamai: "Stagione della Samp straordinaria, può far bella figura in Europa"

29.06.2015 19:25 di  Alberto Boffano  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA SN - Calamai: "Stagione della Samp straordinaria, può far bella figura in Europa"
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© foto di Federico De Luca

C'era anche Luca Calamai a Castiglioncello in occasione dei TmwAwardsSampdorianews.net ha avuto il piacere di scambiare qualche opinione con il vice direttore de La Gazzetta dello Sport, il quale ha spiegato i suoi punti di vista sulla stagione dei blucerchiati e sul mercato appena cominciato.

Signor Calamai, partiamo con un giudizio sulla stagione appena conclusa, il primo anno di Massimo Ferrero presidente.
“Un anno straordinario, iniziato con tanti punti interrogativi ma poi concluso con la qualificazione all’Europa League, grazie a una defezione, è vero, ma comunque la Sampdoria per molti mesi è stata una delle squadre più divertenti del campionato. Ha avuto un allenatore, Mihajlovic, il quale confesso che mi ha sorpreso: di lui avevo l’idea di un tecnico molto sanguigno, da coltello e sangue, e invece ho trovato un allenatore che ha insegnato calcio. La Samp giocava un calcio bellissimo, e Mihajlovic ha avuto anche la capacità di cambiare due squadre nel corso dello stesso campionato, cosa che di solito per un allenatore è quasi impossibile. Il mercato di gennaio gli ha provocato una rivoluzione importante, ma dopo un minimo periodo di assestamento la Sampdoria ha ritrovato una sua identità, e questo è merito dell’allenatore. Poi mi pare anche si fosse creata una simbiosi con la tifoseria straordinaria. Vedo molte affinità con la Fiorentina: sono squadre che hanno sì un loro bacino d’utenza, ma poi per simpatia sono le seconde squadre di molti. Genera divertimento, un anno straordinario finito in maniera straordinaria”.

Dopo tanti nomi (Paulo Sousa e Sarri tanto per citarne alcuni) la scelta per il successore di Mihajlovic è ricaduta su Walter Zenga. Si punta sulla voglia di riscatto?
“Chiunque dopo Mihajlovic avrebbe dei problemi, il serbo è riuscito a creare questo rapporto molto forte con la squadra e a mettere in campo giocatori importanti e giovani. Devo dire che la scelta di Ferrero è coraggiosa, Zenga è una grande leader e ha un grande carattere: ci trovo delle affinità. Ferrero probabilmente non è uomo di calcio ed è andato a cercare un tecnico che potesse essere anche un po’ manager, un po’ un catalizzatore societario. E’ fuori dal calcio italiano da diversi anni, e sappiamo bene che dopo un anno così bello devi combattere per ripeterti. Inoltre la Sampdoria avrà la Coppa, e questo toglierà punti. Ma tutto questo credo che debba essere vissuto con grande entusiasmo e grande curiosità. Sto dalla parte di Zenga perché so che lo aspetta un compito impegnativo”.

Si aspettava che l’esperienza blucerchiata di Eto’o potesse durare solamente sei mesi?
“Eto’o va dove lo porta la voglia, è un giocatore ormai ricco che ha vinto. Deve divertirsi. Di lui ho apprezzato in maniera clamorosa la disponibilità, si è messo al servizio della squadra. Mi sembrava di essere tornato ai tempi dell’Inter di Mourinho, ma nel frattempo sono passati tanti anni. Questo ti dà l’idea di un professionista straordinario. Non c’è dubbio che per la Sampdoria sia una perdita: considerando i tanti giovani di talento che i blucerchiati hanno davanti avere un giocatore come Eto’o era importante. Certo che la Sampdoria ora potrà dire di aver avuto per sei mesi Eto’o, peraltro nella fase finale anche un bell’Eto’o”.

Forse a Genova da lui però ci si aspettava qualche goal e qualche giocata in più visto il campione che è.
“Per quello che ho visto io, quando arrivò era lontano anni luce da una condizione decente. E’ arrivato con l’ambizione di essere Eto’o e ha avuto un momento di impatto non facile perché per Mihajlovic, e in questo è straordinario, non esistono campioni e gregari ma solo giocatori. Non contano secondo me i goal che ha fatto, conta la bellezza del fatto che un campione come Eto’o lottava come un ragazzino per portare la Sampdoria in Europa”.

Parliamo di Muriel. Il colombiano arrivò a gennaio dopo un lungo periodo di inattività mentre quest’anno potrà affrontare al meglio la preparazione. Può essere il suo anno?
“Mi verrebbe da dire che deve esserlo. Se parli con dieci allenatori e gli chiedi di Muriel i commenti vanno da fantastico, straordinario, unico, geniale e nuovo Ronaldo. Poi però tutti e dieci dicono che deve continuare a crescere, deve lavorare di più, deve fare l’ultimo salto di qualità, deve metterci più cattiveria. Il problema è che non è più un bambino, ora è arrivato il momento. Mi auguro che entri subito in sintonia con Zenga, perché ho la sensazione che Muriel, anche se non lo conosco quindi potrei dire un’enorme castroneria, sia uno di quei giocatori che devono sentirsi un po’ coccolati e importanti. Devono avere sì il  bastone ma anche tante carezze. Se funziona il feeling penso che, anche grazie a Zenga, possa diventare quello che tutti aspettano: un fenomeno”.

Non è un mistero che Mihajlovic gradirebbe avere al Milan qualche suo ex giocatore, ad esempio Eder e Soriano. C’è possibilità che rimangano alla Samp o secondo Lei sono giocatori che davvero nei rossoneri potrebbero fare la differenza?
“Per quello che so io Eder va via solo per tanti soldi, e in questo momento non mi pare che le società italiane ce li abbiano. Vorrebbero mettere un po’ di soldi e tanti scambi, ma non è la condizione che vuole la Sampdoria. Tra l’altro le offerte più importanti per Eder vengono da campionati un po’ strani e non credo che lui ci voglia andare considerando che questo è l’anno dell’Europeo e ha possibilità di giocarlo con l’Italia. Non te lo so dire, ovviamente se all’ultimo momento arriva un’offerta di un certo tipo la Sampdoria dovrà prenderla in considerazione ma non mi sembra che ci sia voglia di svendere. Soriano piace tanto perché fortunatamente la nuova moda di questo mercato è cercare gli italiani se possibile, e tra gli italiani Soriano rappresenta uno dei ragazzi di maggiori potenzialità e margine di crescita”.

Lei diceva giustamente che l’Europa League può portare via dei punti, quest’anno però il Torino ha dimostrato che si può fare bene in Europa puntandoci con convinzione. Come vede il percorso europeo della Samp? Può fare anche lei bella figura?
“Sì. Diamo per acquisito il fatto che la Samp superi il preliminare, perché se non succede qualcosa di disastroso sarà così; i gironi poi li puoi fare anche senza bruciare troppe energie, sono anche utili a una squadra come la Sampdoria per far crescere dei giocatori che non sono titolari. Poi quando arrivi a febbraio però pesa, perché la squadra è stanca e ti viene voglia di provarci. L’Europa League poi è abbastanza facile all’inizio, ma in fondo trovi squadre forti e quindi diventa un impegno forte. Quest’anno poi il campionato sarà molto più complicato dell’anno scorso, perché Milan e Inter torneranno a grandi livelli e quindi alle sette-otto squadre di quest’anno vanno aggiunte le due milanesi. Sarò un torneo in cui puoi anche arrivare nono facendo un buon campionato. Sarà importante che la squadra e la gente a un certo punto capiscano che cosa si vuol provare a vivere: se si vuole vivere l’esperienza europea dovrà fare come il Torino, le squadre italiane inoltre non partono battute quasi con nessuno. E’ vero però che ai granata l’Europa League ha tolto quei due-tre punti che potevano qualificarli nuovamente”.

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