Giuliano Sonzogni nuovo allenatore del Siracusa 2009/10

Il nostro corrispondente da Siracusa, Giuseppe Franzò, ci racconta la storia di Giuliano Sonzogni, nuovo allenatore della squadra azzurra.
Il seguente articolo è completamente frutto del lavoro di Giuseppe Franzò
09.07.2009 10:00 di  Stefano Orengo   vedi letture
Fonte: Giuseppe Franzò - corrispondente di Sampdorianews.net
Giuliano Sonzogni nuovo allenatore del Siracusa 2009/10
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SIRACUSA - Giuliano Sonzogni è il nuovo allenatore del Siracusa edizione 2009-10. La società azzurra di Via Montegrappa nel pomeriggio di ieri ha emesso un comunicato dove ufficializza l’avvenuta assunzione del tecnico bergamasco alla guida della squadra per il prossimo anno. A posteriori sembra che il destino abbia voluto lasciare socchiusa la porta, dopo l’ultimo campionato svolto del Siracusa fra i professionisti nel lontano 1994-95, al tecnico bergamasco per un ritorno a Siracusa, dopo quattordici anni, per continuare un discorso interrotto forzatamente dal triste epilogo del doping amministrativo con conseguente fallimento societario. In quell’anno si arrivò alle soglie di un traguardo storico per i colori azzurri sfiorando la serie B nel doppio incontro con l’Avellino nei play-off. Una situazione finanziaria disastrosa che si conosceva da qualche tempo. Senza stipendi, privi di palloni per allenarsi e con pochi soldi, a volte anticipati proprio da Sonzogni, il Siracusa terminò un campionato in modo regolare, ma fu poi cancellato dal calcio professionistico. Un’avventura che lasciò il segno anche al rude, scorbutico e irascibile Giuliano Sonzogni di allora. Il tecnico di Zogno s’innamorò della città aretusea, coltivò amicizie che durano saldamente ancora oggi, e lasciò un pezzo del suo cuore. L’anno successivo fu chiamato alla guida dell’Andria in serie B. Lo seguirono Giampaolo, Scaringella, i giovani Ciaramella Cristian, e l’allora giovanissimo Luca Siringo, l’attuale portiere azzurro. Tutti gli altri giocatori rimasti liberi, per il fallimento della società’, trovarono una giusta sistemazione fra i campionati di C e in B con Lo Garzo alla Salernitana. Nei due anni di permanenza a Siracusa Sonzogni ebbe alcuni proseliti, ma molti arricciarono il naso per il suo carattere introverso.

Giuliano Sonzogni nasce nel piccolo paese di Zogno nel cuore della Valle Brembana, cresciuto dalla zia. Si diploma geometra, ma il lavoro che offre il piccolo centro bergamasco negli anni '70 è solo di manovalanza: spaccare legna o coltivare i campi. A Giuliano quel lavoro non va tanto a genio, preferisce continuare a studiare fino ad arrivare alla laurea in lingue. In seguito poi prenderà altre due lauree: sociologia e pedagogia, ampliando cosi le sue conoscenze culturali. Non ha mai fatto il professore, ma ha continuato a fare l’allenatore.

Per lui fare l’allenatore non ha mai significato insegnare solo calcio, ma anche saper vivere infondendo ai giocatori i veri valori della vita: l’educazione e il rispetto per gli altri. Sonzogni riconosce di avere un caratteraccio. Ne è consapevole. ”Ho un carattere spesso difficile -dice- da sopportare sul campo. Dialogo con i giocatori, ma non devo per forza essere loro amico. I ruoli in campo e negli spogliatoi vanno tenuti distinti e separati. Ed essendo un motivatore do alcuni suggerimenti ai miei giocatori per migliorarne la fiducia nei propri mezzi”.

Sonzogni è uno studioso della psicocinetica (la psico come capacità di ragionare e la cinetica; attribuita all’azione motoria) applicata al calcio. Oggi molti sono i tecnici che lo adottano. Lui lo applicò quando allenava a Siracusa e nel Cosenza ottenendo ottimi risultati. Ha preparato dei trattati che custodisce gelosamente, e che un giorno forse pubblicherà.
Giuliano Sonzogni rivendica che, allenatore della Primavera della Juventus, non risparmiò di esprimere la propria indignazione al presidente della Juventus Giampiero Boniperti apostrofandolo cafone e stracciando un sostanzioso contratto. Dopo essersi licenziato, per circa diciotto mesi girò in Italia e all’estero per aggiornamento professionale seguendo le preparazioni di Eriksson, Zeman e Marturana, a proprie spese.
Per Sonzogni la difesa a quattro non si discute, tutto il resto se ne può parlare. Specifica il perché: ”Io non giocherò mai con una difesa a tre, prima perché troppo rischiosa poiché lascia troppo spazio all’avversario sotto porta, e poi perché non ha vinto quasi nessuno con la difesa a tre. Cambiare spesso il modulo tattico significa avere grande padronanza del gruppo”.

Nella sua carriera di tecnico è andato in lungo e in largo per tutta l’Italia. Il suo curriculum evidenzia campionati con promozioni in B con Cosenza e Palermo (anche se a Palermo fu sollevato dall’incarico a soli due giornate dalla fine), ma il tecnico bergamasco ha sfiorato la promozione in serie cadetta con squadre di bassa classifica in C-1. A Licata prese la squadra negli ultimi posti e pur vivendo in situazioni societarie inesistenti (dormì per un periodo in un camper) sfiorò la B. A Siracusa, città che poi ha amato come la sua Zogno, tanto che ha acquistato casa in Ortigia e ci abita per buona parte dell’estate, con una società fantasma sfiora la promozione nel campionato cadetto. Dopo avere allenato Avellino e Spal, sempre in C-1 approda nel 2005 nella città brianzola. Il Monza è gestito dai Begnini, padre e figlio di Bergamo. Con loro ha un rapporto particolare che va oltre l’amicizia. Sfiora per ben due anni la serie B perdendo due finali di play-off, la prima nel 2005-06 con il Genoa, la seconda l’anno successivo con il Pisa. Nel campionato 2007-08, sempre a Monza, alla quinta giornata è sostituito da Pagliari, ritornerà verso la fine di dicembre del 2008 alla guida della formazione biancorossa, riuscendo a salvarla dai play-out proprio all’ultima giornata. Chiude con il Monza, e fa ritorno nella “sua ” Siracusa. Dalle lunghe passeggiate nell’isola di Ortigia, iniziano a sbocciare i contatti con il presidente Salvoldi per un suo impegno alla guida del Siracusa per il prossimo anno. Sonzogni accetta senza tentennamenti, per Salvoldi è fatta. Una stretta di mano fra uomini d’onore, e per la squadra azzurra si apre uno scenario proiettato verso campionati più’ importanti...
Tutti desideriamo che il sogno continui interrotto bruscamente…quattordici anni addietro.

GIUSEPPE FRANZO’