Perchè essere preoccupati

Giornalista pubblicista. Direttore e ideatore di Sampdorianews.net. Dall'estate 2006 nella redazione di Tuttomercatoweb.com. Opinionista di Radio 103 per il programma "Sampdoria sempre con te".
27.11.2011 12:49 di  Diego Anelli   vedi letture
Perchè essere preoccupati
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Luigi Gasia/TuttoNocerina.com

“Orribile, agghiacciante, roba da non credere, una vergogna, il peggio l’abbiamo ancora visto?”, sono queste alcune delle considerazioni che ho ascoltato ieri mentre uscivo dallo stadio nel definire la ripresa disputata dalla Sampdoria. Se qualcuno non fosse d’accordo, siamo in un paese democratico, ci mancherebbe, può alzare il dito, ma, a mio modesto parere, difficilmente troveremmo persone coraggiose a sostenere il contrario.

Il 2010-2011 è stata un’annata tragica sportivamente parlando per la Sampdoria, nel quale si è passati dalla cocente eliminazione dalla Champions League alla figuraccia in Europa League, dall’eliminazione in Coppa Italia all’incredibile retrocessione in serie B, a seguito di errori compiuti da squadra, tecnici e in particolare dalla società di dimensioni incalcolabili, credo che la scienza non abbia ancora inventato gli strumenti più adatti per poterli misurare.

Ma purtroppo il fondo del barile non si è ancora raschiato, c’è sempre di peggio. Quella squadra, da tanti definita come la presunta “ammazza campionato”, si ritrova lontana non soltanto dai primi posti, valevoli per la promozione diretta, ma addirittura ben distanziata anche dalla lotteria dei play-off, avendo finora disputato un campionato deludente sotto ogni punto di vista.  I fatti hanno dimostrato come tanti opinionisti abbiano sbagliato le valutazioni, concentrandosi esclusivamente sui nomi quando da soli in B non assicurano nulla di buono, servono le giuste motivazioni, lo spirito battagliero e una condizione atletica adeguata, come numerosi tifosi pensavano che la Samp spazzasse via per 3-0 qualsiasi avversario, ma forse chi ne era convinto non aveva seguito le stagioni blucerchiate nel campionato cadetto tra il 1999 e il 2003, dimenticandosi o non avendo mai seguito le vicissitudini, ad un certo punto apparentemente senza fine, per evitare fallimento, serie C1 e conquistarsi il ritorno nella massima serie.

Oggi è il 27 novembre 2011, ci siamo già giocati il cambio dell’allenatore e purtroppo i risultati non hanno “aiutato” psicologicamente  il nuovo tecnico. Ci si augurava che le prime partite, nelle quali ovviamente mister Iachini non poteva avere il tempo necessario per cambiare radicalmente rotta alla squadra, portassero dai 4 ai 6 punti affinchè il gruppo potesse riaccendere l’entusiasmo, ritrovare fiducia nei propri mezzi, resettare il passato, invece le reti subite nel finale da Borghese e Ciaramitaro hanno vanificato tutto quanto.  Anche oggi, 27 novembre, non voglio essere pessimista, ma cerco di limitarmi ad essere realista ed esserlo significa essere seriamente preoccupato. I motivi ve li spiego subito:

1) In estate si doveva procedere alla dichiarata “piazza pulita”, invece sono rimasti in gruppo troppi reduci dalla retrocessione. La rosa inoltre è troppo vasta;
2) La squadra non ha quasi mai avuto un’identità di gioco, sono cambiati continuamente uomini e schemi, non esiste un 11 titolare, ci si affida unicamente alle giocate dei singoli, o all’improvvisazione. La manovra quindi diventa inevitabilmente lenta, prevedibile e scontata;
3) Il progetto Atzori è fallito, già in estate la scelta del tecnico, immaginando proprio le grosse difficoltà della stagione, doveva ricadere su un allenatore esperto, navigato e ben conoscitore del campionato cadetto;
4) Iachini è noto per essere un grande motivatore, il tecnico che sprona mentalmente e caratterialmente qualsiasi squadra abbia avuto a disposizione. I risultati non l’hanno aiutato nelle prime gare e si rischia che il gruppo possa vedersi bruciare il bonus psicologico dovuto al cambio tecnico;
5) La condizione atletica. Al massimo si corre per 45’, poi si scompare dal campo, non riuscendo a portare a casa i 3 punti nemmeno contro compagini impegnate nella lotta per non retrocedere. Anche e soprattutto in B, senza un’adeguata preparazione fisica, non si va da nessuna parte. Assenza di gioco più difficoltà fisiche più lacune d’organico danno come risultato l’attuale situazione blucerchiata;


6) In casa non si vince. Soltanto il Gubbio, rimasto in 9, e il Crotone, sconfitto con un’autorete e un goal in fuorigioco, sono uscite sconfitte dal “Ferraris”, diventato autentica terra di conquista per tutte le altre compagini. Vicenza e Modena, collocate in zona play-off, hanno portato a casa complessivamente 4 punti. Come se non bastassero i nostri problemi, a complicarci la vita sono intervenuti i miracoli di Frison e i legni colpiti contro gli emiliani.
7) La dimensione degli avversari. Il pareggio di Brescia poteva anche essere giudicato prezioso, ma il tempo ha dimostrato come al “Rigamonti” non sia poi così difficile effettuare il  blitz, ieri l’Albinoleffe ha fatto tris e perfino l’Ascoli ha conquistato l’intera posta in palio. Il Vicenza, completamente rigenerato da Cagni, non aveva mai vinto in trasferta, serviva la Sampdoria… Per non parlare della rovinosa caduta di Nocera: campo difficile, ambiente caldo, tutto vero. Ma anche Nocera è diventato campo di conquista per gli avversari, soltanto la Sampdoria è crollata sotto di 4 reti, il Vicenza ha rimontato 2 reti, il Varese ha vinto per 4-2 dopo essere andato sotto di due marcature…
8) Il rendimento di alcuni giocatori chiave ben al di sotto di qualsiasi attesa. Alcuni non si sono ancora ambientati, vedi Palombo, altri non hanno confermato quanto di buono fatto nella scorsa stagione, vedi Piovaccari, Bentivoglio e Bertani.
9) Le lacune d’organico. La mancanza di un regista pesa come un macigno, si sente l’assenza di un centrocampista, con le caratteristiche tattiche e la qualità, per fare girare la squadra, oltre a due terzini; Rispoli non assicura un rendimento elevato e Castellini è più predisposto alla fase di spinta che a quella di copertura;


10) Non si compra senza prima aver venduto, arriviamo ad una conseguenza e contemporaneamente ad una causa. Seguendo tale filosofia in preparazione alla Champions si è “rafforzata” la squadra facendo ritornare alla base tutti i giovani mandati precedentemente in prestito, si è fatto a meno di un Direttore Generale, a gennaio si è pagato pur di vendere Cassano (che così male aveva reso alla Samp che Prandelli non perdeva occasione per convocarlo ed è stato il Milan a prelevarlo), si è svenduto Pazzini, sono state effettuate operazioni costose come Pozzi (con lui e senza Cassano si facevano più punti durante la gestione Delneri, chissà dove sono finiti coloro che lo sostenevano….) in estate e Maccarone a gennaio, nell’ultima estate si è deciso di mandare Poli in prestito all’Inter in un’operazione finora dimostratasi priva di utilità per tutte le parti e soprattutto non si è potuto e non si è voluto intervenire sul mercato per il peso di una rosa fin troppo vasta e di giocatori che non si sarebbe riusciti a piazzare sul mercato. Tutte queste scelte sbagliate hanno contribuito ad aggravare la situazione, la presenza di giocatori, alcuni sopravvalutati e altri non meritevoli di vedere la maglia blucerchiata nemmeno nella vetrina di un negozio (come chi entra già stanco durante la partita), ne sono l’esempio. Quando si commettono certi errori, è giusto pagarne le conseguenze, ma a gennaio se si vuole salvare il salvabile, è doveroso fare l’impossibile per fare piazza pulita, togliersi le scorie della retrocessione, e investire sul mercato, anche se a gennaio non è facile trovare le occasioni giuste dato che solitamente vengono offerti gli scarti, o giocatori in soprannumero, ma bisogna provarci davvero. Se invece si seguirà la strada del dover vendere prima di acquistare, allora saremo sempre a punto e a capo, la stagione dovrà essere archiviata il più presto possibile cercando di limitare danni, perché se seguiremo il trend recente, sarà realista e doveroso cominciare a guardarsi alle spalle, tra poco la zona playout sarà distante come quella play-off e, avendo già provato sulla propria pelle come reagiscono all’ansia e alle difficoltà certi giocatori già reduci dalla retrocessione, è meglio evitare di trovarsi in certe situazioni, perché non c’è mai fine al peggio. Povera Sampdoria, l’ho detto sugli spalti del San Francesco di Nocera e lo ripeto adesso, cosa avrai fatto per meritarti tutto questo, goditi il nostro amore, almeno quello…