Con il Rosso non si passa: auguri a Mirko Conte

12.08.2010 08:10 di  Serena Timossi   vedi letture
Con il Rosso non si passa: auguri a Mirko Conte
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© foto di Filippo Gabutti

I modi in cui la passione per il calcio si manifesta nella vita di tutti i giorni sono molteplici: c’è chi canticchia un coro, chi prova una fitta d’orgoglio nel vedere sventolare una bandiera blucerchiata su un balcone, chi controlla i siti di calciomercato con la trepidazione con cui un tempo si attendeva il responso dell’oracolo, chi inizia una conversazione e si ritrova immancabilmente a discutere di tattiche, arbitri e giocatori.

Accade così che, mentre sono in coda dopo l’ennesimo semaforo rosso, mi torni in mente uno striscione a tema: “Con il Rosso non si passa”. Il Rosso in questione è Mirko Conte, un difensore che sapeva gettare il cuore oltre l’ostacolo ed è rimasto profondamente legato ai colori blucerchiati.

Nato a Tradate il 12 agosto 1974, Conte cresce calcisticamente nelle giovanili della squadra per cui tifava in curva da ragazzo, l’Inter, con la quale debutta da titolare nella stagione ’94-’95, al rientro da un prestito di un anno al Venezia.

Nel corso dei due campionati seguenti con la maglia del Piacenza trova la prima ed unica rete in serie A, nell’incontro casalingo con l’Atalanta, e viene notato dal Napoli. Con i partenopei trascorrerà però solo una manciata di mesi, peraltro senza totalizzare presenze, prima di trasferirsi a Vicenza. Il suo curioso primato nella stagione nel ’97-’98, è di essere l’unico giocatore ad avere indossato le casacche di tre squadre diverse in uno stesso campionato.

L’avventura blucerchiata ha inizio in cadetteria, nel 2000, e si protrarrà per quattro stagioni dense di emozioni. Conte vive l’ultimo periodo della gestione Enrico Mantovani e gli albori dell’era Garrone; passa dall’angoscia di una stagione a ridosso della serie C alla felicità per un meritato e a lungo atteso ritorno in A.



I tifosi sampdoriani lo apprezzano per l’attaccamento alla maglia dimostrato durante la permanenza a Genova ed in molte interviste successive, ma anche per l’impegno profuso in campo, che gli ha permesso di superare alcuni limiti tecnici e di mantenere un rendimento più che decoroso. Mirko dà il meglio di sé in cadetteria, tra recuperi provvidenziali e anticipi puntuali sull’attaccante, mentre incontra qualche difficoltà in più nella massima serie.

Pur non essendo un difensore con il vizio del goal, firma una rete decisiva per la salvezza della Samp nella delicatissima partita contro il Messina e vive anche l’emozione di comparire sul tabellino dei marcatori nel derby del 19 aprile 2003, in cui il fulvo difensore doriano con un tocco sottorete di sinistro chiude i conti firmando la rete del definitivo 2-0 (primo sigillo di Zivkovic).

In scadenza di contratto, nel 2004 si accasa al Messina e sei mesi più tardi si trasferisce ad Arezzo. Con la squadra toscana collezionerà 112 presenze, per poi firmare lo scorso gennaio il contratto che lo lega alla Colligiana, squadra militante in Lega Pro.

Determinazione, coraggio e impegno sono alcune delle qualità che hanno contribuito alla nascita del rapporto di fiducia e affetto tra Conte e la tifoseria blucerchiata. Una stima reciproca tradottasi in dedizione sul campo e manifestazioni d’affetto sugli spalti.

Sento suonare un clacson, abbozzo un cenno di scuse con la mano e finalmente proseguo. E’ scattato il verde, ma ho ancora vivida nella mente l’immagine di quello striscione e di una figura dai folti capelli rossi che si ergeva a difesa delle mura blucerchiate.